Il Dpcm divide l’Italia in tre aree di gravità: qualcuno accetta, altri si ribellano. Gialle: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria e Veneto. Arancioni: Puglia e Sicilia. Rosse: Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta.
La confusione genera altra confusione: Conte ha spiegato ieri sera l’ultimo Dpcm, in vigore da domani, ma la confusione regna sovrana, ancora di più le polemiche. Si va dalle critiche del presidente della Sicilia (arancione) Nello Musumeci e del Piemonte (rossa), Alberto Cirio, entrambi di centro destra, che hanno parlato di «scelta sospetta» ovvero di trattamenti di sfavore riservati alle regioni governate dall’opposizione e, nel caso piemontese, anche di un utilizzo sbagliato dei dati, vecchi di 10 giorni. Diverso il registro del Governatore del Veneto (arancione), Luca Zaia, per il quale «è legittimo protestare», ma «io non vengo qui a lamentarmi. Penso sia fondamentale che il presidente del Veneto si occupi del Veneto. Le cose non sono mai perfette». Più netta la posizione della Lega in Lombardia (rossa) che ha parlato di «mancanza di rispetto» verso gli sforzi fatti dalla Regione, dai cittadini lombardi e dal sistema produttivo. Per questo il presidente Attilio Fontana e il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono (PD), hanno chiesto insieme al Governo «trasparenza sui dati». Ma anche il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala (Pd), ha fatto notare che sarebbe stato meglio «un sistema più uniforme e semplice», invece di quello «complesso» utilizzato dall’esecutivo. Il Governatore della Campania (gialla), Vincenzo De Luca, ha espresso «perplessità rispetto alle incongruenze del decreto», per lui «poco efficace». In sintonia il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che si è detto «sconcertato» per essere in zona a minor rischio, visto che «gli ospedali a Napoli e in Campania sono al collasso. Con le ambulanze utilizzate come letti di reparto». Il Sindaco di Bari (arancione) nonché presidente dell’Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani, Vincenzo De Caro, ha evidenziato come «nelle zone rosse, sarà come tornare al lockdown, spero soltanto per qualche giorno». Il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì (Lega), ha annunciato ricorsi. Nel merito: tre le zone individuate dal Dpcm, con una serie di misure nazionali e specifiche. Il rosso, l’arancione e il giallo rappresentano in ordine decrescente tre diversi livelli di gravità della situazione epidemiologica. La categorizzazione è stata decisa in base a 21 criteri, applicati ai dati raccolti dalle regioni ed elaborati dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità). Per ogni zona, e colore, sono previste relative e diverse limitazioni.