di Carlo Buttaroni

Affari Italiani, proprio ieri, ha pubblicato un sondaggio relativo alla fiducia degli italiani nelle istituzioni. Secondo la ricerca, il Segretario Generale dell’UGL, Francesco Paolo Capone, è ai primi posti della classifica, davanti al leader della Cgil, Maurizio Landini, e ai segretari di Cisl e Uil.

Ma c’è di più. Per livello di fiducia, Capone è preceduto dal Presidente del Coni, Malagò, e dal Presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, ma è davanti al vertice della Consiglio di Stato (Frattini) e della Corte dei Conti (Carlino). Degli altri sindacati abbiamo già detto. C’è da aggiungere che la percentuale di fiducia del leader dell’UGL è ben trenta punti sopra i partiti. Anche se siete tra coloro che affermano di non credere ai sondaggi (come se fossero una religione e non una metodologia statistica) la notizia vi sembrerà rilevante. I dati corrispondono a un’analoga indagine effettuata da Tecnè che ha registrato la costante crescita degli apprezzamenti verso l’UGL, proprio mentre le altre organizzazioni erodevano il loro capitale di fiducia. Una crescita che non è frutto del caso ma di scelte strategiche. Il sindacato di via Nomentana è diventato sempre più “laboratorio” e “luogo di pensiero” intorno al mondo del lavoro. Nonostante un’eredità pesante e anni di declino, Capone è riuscito a dare all’UGL una nuova casa, quella di via Nomentana, e anche un nuovo logo, liquido come i tempi che stiamo vivendo. Ma il salto di qualità è un altro e avviene quando, nella sua relazione al congresso, Capone annuncia di voler far diventare il sindacato un’agenzia di senso, intuendo che di fronte a un mondo del lavoro profondamente cambiato anche il sindacato doveva cambiare altrettanto profondamente. Un’impostazione che non rimane solo astratta teoria. Diventa pratica nella ricerca di un nuovo patto tra lavoratori e sindacato e capitale e lavoro; restituisce dignità all’essere un sindacato confederale; riporta al centro la partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa. In questi ultimi anni, l’UGL ha messo al centro delle sue iniziative alcuni temi che sono via via diventati sempre più importanti: le morti bianche, il lavoro povero, la riorganizzazione del welfare. Molto prima che assumesse l’importanza attuale l’UGL ha messo in evidenza i rischi derivanti da una possibile crisi energetica. All’inizio della pandemia di Covid l’UGL chiamò il governo a interventi ben più sostanziosi di quelli inizialmente annunciati. E lo fece fornendo dati e cifre di quelli che sarebbero stati gli impatti su famiglie e imprese.  Se oggi l’UGL non è più un paria, un’organizzazione apolide, ma si può permettere di scalare la classifica della fiducia degli italiani è perché il lavoro di semina sta dando i suoi frutti.