di Annarita D’Agostino

Nessuna luce in fondo al tunnel della crisi per le famiglie italiane. E il potere d’acquisto viene ‘asfaltato’ dal rialzo dei prezzi. Lo conferma il Misery Index mensile di Confcommercio, che continua a salire anche a febbraio, avvalorando la tendenza negativa riscontrata negli ultimi mesi. L’indice segna un +0,4%, raggiungendo quota 20,5. Ad incidere sul rialzo sono i prezzi dei beni ad alta frequenza d’acquisto, in particolare alimentari e carburanti, che passano dal -1,1% di marzo 2016 al +3,2% di febbraio 2017.
Sale dunque l’inflazione, ma non la capacità di acquisto delle famiglie italiane. I dati di Confcommercio confermano la lettura scettica dei timidi segnali positivi che l’Istat ha rilevato: con un incremento del potere d’acquisto di appena l’ 1,6% in un arco temporale di 15 anni, non si può di certo essere ottimisti sul futuro. E, infatti, è lo stesso Istat a segnalare che, nel quarto trimestre del 2016, la capacità di acquisto delle famiglie consumatrici è diminuita dello 0,9% rispetto al trimestre precedente.
Secondo l’associazione delle imprese, “pur in presenza di un’attenuazione di queste tensioni nei prossimi mesi, la componente inflazionistica continuerà a svolgere un ruolo negativo sul reddito disponibile delle famiglie. Per ridurre l’area del disagio sociale e consolidare i timidi segnali di ripresa della fiducia emersi a marzo, ridando un po’ di slancio ai consumi, è pertanto necessario che l’occupazione cresca a ritmi più sostenuti rispetto a quanto rilevato negli ultimi otto mesi”. Altrimenti, l’unico moto dell’economia italiana sarà quello dell’altalena dei prezzi.