di Annarita D’Agostino

Crescita lenta, povertà sprint: il Misery Index di Confcommercio continua a salire senza sosta, e dopo l’aumento di fine anno balza a 20,3 punti, accelerando di +0,9% rispetto a dicembre e tornando ai livelli di giugno 2015.
L’andamento dell’indice è determinato dalla risalita dei prezzi che, dopo la parentesi deflattiva dello scorso anno, aumentano del 2,2%, trainati da alimentari freschi e carburanti. La disoccupazione resta stabile unicamente perché l’incremento delle persone senza lavoro è compensato dalla riduzione dei lavoratori in cig e degli scoraggiati. La percentuale rilevata a gennaio 2017, pari all’11,9%, è comunque in aumento di tre decimi di punto rispetto all’anno precedente, e a gennaio ci sono 2mila disoccupati in più su base mensile e 126mila rispetto al gennaio 2016.
Per Confcommercio, il rimedio agli effetti negativi della spirale inflazionistica su redditi e fiducia delle famiglie è la crescita dell’occupazione a ritmi più sostenuti. Servono politiche attive e propulsive per innescare il circolo virtuoso della crescita, e non solo misure tampone che creano benefici temporanei.
C’è dunque attesa per il piano contro la povertà, che oggi il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha celebrato con un’intervista al quotidiano la Repubblica, in attesa del via libera definitivo da parte del Senato e dopo le polemiche di questi giorni per un presunto accordo fra Tesoro e Regioni che decurterebbe di ben due terzi i fondi per il sociale. Stanziati 1,6 miliardi di euro per una platea potenziale di 4,6 milioni di persone in povertà assoluta e istituito un fondo apposito per la lotta alla povertà. Il ministro replica alle critiche di chi parla di fondi esigui e di lentezza per un problema sociale così radicato dichiarando che “è più di quanto storicamente sia mai stato investito su questa materia” e che “le risorse contro la povertà sono destinate a crescere”. Inoltre per l’attuazione del piano “ci sarà un solo decreto in tempi rapidissimi” e subito un sostegno per “400mila nuclei familiari con minori a carico, pari a un milione e 770mila individui”. Un passo (troppo) piccolo rispetto agli oltre 17 milioni di cittadini a rischio povertà o esclusione sociale rilevati dall’Istat.