di C.P.

Rabbia e delusione al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo Economico su Ilva. Entrambi i piani presentati da Am Investco (la cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia) e da AcciaiItalia per l’acquisizione (Jindal-Arvedi-Cdp-Del Vecchio) prevedrebbero, infatti, 5-6mila esuberi, “inaccettabili” per i sindacati.
L’incontro, a cui erano presenti il ministro Carlo Calenda, i commissari per la presentazione dei piani e i segretari nazionali di Ugl Metalmeccanici, Fiom, Fim e Uilm, è stato aggiornato al 1°giugno.
Gli occupati degli impianti Ilva, in Italia, sono attualmente 14.200. Stando a quanto riferiscono i sindacati nel piano di ArcelorMittal-Marcegaglia sono previsti 4.800 esuberi nella fase iniziale e poi ulteriori 1.000. Gli occupati, in sostanza, scenderebbero immediatamente a quota 9.400 fino ad arrivare a 8.400 nel 2023. Il piano AcciaiItalia prevede invece un organico iniziale di 7.800 lavoratori (dunque 6.400 esuberi in una prima fase). Nel tempo però l’organico tornerebbe a salire e nel 2023 si avrebbero 10.300 lavoratori.
La proposta della cordata Am Investco – secondo quanto riportato da Adnkronos – prevede che la produzione, che oggi è a 5.7 mt, sia riportata entro il 2024 “8 mt con il mantenimento del ciclo produttivo in atto sostenendo la produzione anche con l’utilizzo di semilavorati (bramme) a Genova e Taranto. La ripresa produttiva secondo il piano sarà sostenuta ripristinando l’area a caldo di Taranto, delle cokerie e dell’agglomerato e degli altiforni 1, 2, 4 fino al completamento del piano ambientale e la successiva riattivazione di Afo5”.
Nel confronto tra i due piani Am investCo. e AcciaItalia, sempre secondo quanto riferito dall’agenzia, emerge un costo medio annuo del personale che per Am InvestCo è di 52mila euro, mentre il piano AcciaiItalia è di 43mila euro.
Attualmente la cordata su cui hanno espresso parere favorevole i commissari è stata quella di Am Investco Italy, mentre AcciaItalia, superata nel punteggio finale, sta provando in queste ore l’ultimo assalto, “chiedendo – secondo quanto riporta il Sole 24 Ore – la possibilità di un rilancio che le permetta di colmare (o superare) l’offerta economica di ArcelorMittal”. Ieri, in vista del tavolo ministeriale, il ministro Calenda ha incontrato Sajjan Jindal e Lucia Morselli di Cdp, rappresentanti della cordata Acciaitalia, proprio per tentare il ‘colpo’. Sempre secondo il Sole 24 Ore “il rilancio proposto è stato di ulteriori 600 milioni di euro sul precedente prezzo di acquisto di 1,2 miliardi di euro”.