Da venerdì 2 settembre 2016 le famiglie in gravi difficoltà economiche, nelle quali siano presenti minorenni, figli disabili o donne in stato di gravidanza accertata, potranno presentare presso i Comuni di residenza le domande per la richiesta del sostegno d’inclusione attiva (SIA) previsto dalla Legge di stabilità 2016.

La misura rappresenta un beneficio economico per la lotta alla povertà  assoluta e allo stato di grave deprivazione che il Governo ha inquadrato come una “misura ponte” e di preparazione all’introduzione del reddito d’inclusione previsto dalla legge delega per il contrasto alla povertà che, dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati lo scorso 14 luglio, è ora passato al Senato.

I requisiti economici per accedere al SIA sono:

  • ISEE inferiore o uguale a 3.000 euro;
  • non devono essere superiori a 600 euro mensili altri eventuali trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria o assistenziale a qualunque titolo concesso dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni;
  • nessun componente il nucleo deve risultare titolare di: prestazioni di assicurazione sociale per l’impiego (NASpI); assegno di disoccupazione (ASDI), altro ammortizzatore sociale di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria;

Non ci si limiterà al solo sostegno economico, bisognerà attivare, anche, il progetto personalizzato di presa in carico che rappresenterà il fulcro di questo provvedimento. Il buon esito del percorso, nel quale saranno coinvolti tutti i membri del nucleo familiare, garantirà il mantenimento del beneficio.

In pratica ai Comuni e agli Ambiti sociali territoriali è scaricata la parte più farraginosa e di non semplice attuazione dell’impianto che reggerà il nuovo strumento di lotta alla povertà.

A questo proposito è quanto mai opportuno far riferimento al protocollo per l’introduzione del RED – Reddito di Dignità – nella Regione Puglia che  l’UGL Puglia insieme al presidente dell’Enas UGL, Stefano Cetica, e all’amministratore  del CAF UGL, Cinzia Marzoli, hanno  firmato lo scorso  giugno.

La positività del protocollo sta nel fatto che si persegue una visione di concertazione locale che coinvolge gli attori sociali impegnati sul territorio per l’attuazione della  misura d’inclusione sociale. Si garantisce così un migliore servizio di prossimità in termini:  di orientamento ai richiedenti, di supporto alle certificazioni ISEE e soprattutto di accoglimento delle domande attraverso le reti dei CAF e dei Patronati che supporteranno i Comuni nel delicato processo di acquisizione delle richieste al beneficio. Questo metodo sarebbe quanto mai utile su tutto il livello nazionale non soltanto per facilitare  l’attuale Sostegno di Inclusione Attiva ma anche in previsione dell’approvazione della legge delega per il contrasto alla povertà.

Per adesso il processo adottato sarà il seguente:  l’INPS (Ente Gestore) ha emanato la circolare  n. 133 del 19 luglio (che dalla sua emanazione ha avuto ulteriori integrazioni) in cui  fornisce chiarimenti in merito alle procedure per il riconoscimento del SIA. Il Comune, dopo una prima verifica ed entro 15 giorni lavorativi dalla ricezione delle domande, trasmette all’Inps le richieste di beneficio in ordine cronologico di presentazione.

L’Inps entro 10 giorni:

  • controlla il requisito relativo ai trattamenti economici (con riferimento ai trattamenti erogati dall’Istituto); controlla il requisito economico (ISEE≤3000) e la presenza nel nucleo di un minorenne o di un figlio disabile;
  • attribuisce i punteggi relativi alla condizione economica, ai carichi familiari, alla condizione di disabilità (utilizzando la banca dati ISEE) e alla condizione lavorativa e verifica il possesso di un punteggio non inferiore a 45;
  • in esito ai controlli, trasmette ai Comuni l’elenco dei beneficiari e invia a Poste italiane(gestore del servizio Carta SIA) le disposizioni per l’erogazione del beneficio​, riferite al bimestre successivo a quello di presentazione della domanda

A questo punto i Comuni attraverso gli Ambiti Territoriali predispongono il progetto personalizzato di presa in carico, costruito insieme al nucleo familiare sulla base delle Linee guida approvate in conferenza Stato Regioni 11 febbraio 2016. Il Progetto deve essere finalizzato al superamento della condizione di povertà, al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale in sinergia con i centri per l’impiego, i servizi sanitari e le scuole, nonché con i soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà.

Quanto sopra è meglio e più ampiamente specificato nella circolare del CAF UGL n. 57/2016, corredata dal facsimile del  modello di domanda per l’accesso al beneficio e dalla Tabella SIA. La circolare ben specifica anche un altro passaggio importante che in queste ore si sta avviando con L’ANCI e l’ANCITEL attraverso la Consulta dei Caf “… al fine di poter gestire i flussi massivi delle domande trasmesse dai CAF nel caso in cui il Comune intenda avvalersi della (nostra) collaborazione.” Il Caf e i Patronati potranno avere riconosciuto il proprio ruolo di “segretariato sociale” fondamentale per intercettare il bisogno e canalizzarlo nella giusta direzione di sostegno. In questo caso con i Comuni si potranno stipulare convenzioni per candidarsi quali soggetti accompagnatori di assistenza per l’accesso al SIA.

Ornella Petillo