Il 72,2 per cento dei britannici crede nel ‘Leave’ e in una vita fuori dalla Ue. Il voto, oltre a far precipitare il Regno Unito nell’incertezza, rappresenta la sconfitta più netta per i fautori di una maggiore integrazione europea dopo la Seconda Guerra Mondiale e rischia di innescare un effetto domino in altri Paesi.

Il premier britanico, David Cameron, ha annunciato che rimarrà a Downing Street altri tre mesi, ma che poi è necessario che per la guida dei negoziati con l’Ue ci sia una nuova leadership. Ad ottobre, quando ci sarà l’assemblea del partito conservatore, c’è bisogno di una nuova leadership del partito e del governo.

E’ previsto per domani un vertice a Berlino con i capi della diplomazia dei sei Paesi fondatori dell’Ue (oltre all’Italia, Germania, Francia, Olanda, Lussemburgo e Belgio). Un incontro voluto per affrontare le conseguenze del referendum britannico. La notizia era nell’aria ed e’ stata confermata ufficialmente dal ministero degli Esteri tedesco. Attorno a un tavolo si ritroveranno dunque, oltre al ministro degli Esteri del Paese ospite, Frank-Walter Steinmeier, il capo dela diplomazia italiana, Paolo Gentiloni, insieme a quello francese (Jean-Marc Ayrault),
olandese Bert Koenders, belga (Didier Reynders) e lussemburghese (Jean
Asselborn) per “uno scambio sui temi attuali dell politica europea”

Tempestiva la reazione italiana all’esito del referendum. Mentre il premier Matteo Renzi cinguetta: “Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro”. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni dichiara:“L’Italia, come tutti sanno, avrebbe di gran lunga preferito un esito diverso, rispetta la decisione. Ma uscire significa uscire. Certamente la Gran Bretagna resterà nostra amica e alleata nella Nato ma la decisione di uscire dall’Ue è stata presa e ad essa bisogna dare seguito”.

In una nota la deputata di Forza Italia, Renata Polverini, precisa: “Dopo l’esito del referendum in Gran Bretagna è ora che l’Europa si rinnovi altrimenti i valori ai quali si sono ispirati i padri costituenti, nei quali ancora oggi ci riconosciamo, rischiano di essere travolti da ondate sempre più forti di populismo. Al tempo stesso, rischiamo di rendere inutili i sacrifici sostenuti da tanti stati membri per garantire la tenuta dell’Europa stessa. L’Italia, che é tra i fondatori dell’UE, é ora che si impegni a  capire se c’è ancora la volontà di salvaguardarla. Sicuramente ci sarà molto da fare per cambiare, bisognerà dare risposte certe sulle questioni che più interessano e preoccupano i cittadini come ad esempio l’immigrazione, il lavoro, la sicurezza perché solo con una politica comune che possa riportare un senso di appartenenza e migliori condizioni di vita per i cittadini europei si potrà ricostruire un’Europa migliore.” Soddisfatto Matteo Salvini, segretario della Lega Nord: “Grazie UK, ora finalmente cambierà l’Europa, ora tocca a noi”
Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, vuole incontrare Merkel per evitare l’effetto domino, anche se per Schulz “Non ci sarà alcuna reazione a catena – ha detto Schulz alla tv pubblica tedesca Zdf – non credo che altri Paesi saranno incoraggiati a percorrere questa strada pericolosa“. Il presidente Usa, Barack Obama, informato dell’esito della consultazione, in giornata parlerà con David Cameron.
Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha dichiarato che la Ue è “determinata a mantenere la sua unità a 27” e ha sottolineato che fino a quando la Gran Bretagna non lascia, vengono formalmente applicate le norme Ue. Il presidente ha annunciato un incontro informale a  “27 a margine del Consiglio Europeo (del 28-29 giugno, ndr) e proporrò anche di cominciare un’ampia riflessione su futuro della nostra Unione”.

Crolla la sterlina –  La sterlina accusa il colpo, ampliando le perdite sul dollaro a 1,33. Solo ieri sera era a 1,50 dollari, grazie ai sondaggi che prevedevano un vittoria del campo favorevole alla permanenza nella Ue. La moneta inglese segna i minimi dal 1985: è il calo più forte di sempre. Profondamente scossi i mercati finanziari, che alla vigilia, si erano posizionati per una vittoria del fronte pro-Ue mentre a spoglio ormai quasi completato, i voti favorevoli all’uscita si attestano al 51,8%, contro i 48,2% di preferenze per restare. Deutsche Bank prevede conseguenze negative sotto tutti gli aspetti.