di Caterina Mangia

Brexit, oggi si vota.
E’ conto alla rovescia per conoscere il risultato di un referendum destinato ad avere profonde ripercussioni sull’Europa. Domattina intorno alle 7 si conoscerà l’esito.
“Indipendentemente dal risultato, per l’Ue sarà inevitabile cambiare passo e direzione”, ha spiegato il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone.
“L’Inghilterra – ha aggiunto il sindacalista – sta offrendo un rischio e allo stesso tempo un’occasione: evitare il fallimento dell’Europa. Perché l’attenzione ossessiva dimostrata fino ad oggi solo al mercato e al pareggio di bilancio, ci sta portando verso il naufragio di quello che un tempo è stato un sogno”.Brexit
Per Capone “quello di cui tutti i cittadini europei hanno bisogno, a prescindere dalle peculiari condizioni economiche di ogni singolo Paese, sono una maggiore attenzione alle questioni sociali, le prime e le sole ad aver pagato il prezzo più alto nei confronti dell’euro, e una vera armonizzazione nel segno dello sviluppo e del benessere delle politiche fiscali, sociali, estere e migratorie”.
Tutte le voci sono concordi nel ritenere che la giornata di oggi sarà uno spartiacque: per Carlo Cottarelli, direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, “ci saranno conseguenze economiche, in caso di Brexit, soprattutto per il Regno Unito. Ma il nervosismo sui mercati, in situazioni del genere, va anche al di là delle ripercussioni vere e proprie che potrebbero determinarsi a medio e lungo termine. Ma io ritengo che vi potrebbero esserci conseguenze anche di carattere politico da un’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Altri Paesi – penso all’Olanda in particolare – potrebbero maturare la stessa idea, potrebbero pensare di fare un referendum. Insomma, si potrebbe creare un effetto domino”.
Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, ha aggiunto Cottarelli, in caso di uscita dall’Ue il Regno Unito “potrebbe perdere nel lungo periodo dall’1,5 al 5,5  per cento del proprio Pil, con ricadute anche sul resto d’Europa e sull’Italia. Il nostro Paese perderebbe, sempre nel lungo periodo dallo 0,2 allo 0,5% del proprio prodotto interno lordo”.
La Brexit non sembra essere un problema che preoccupa solo l’Europa, ma – a quanto riporta il Wall Street Journal – anche Washington, che teme conseguenze diplomatiche ed economiche. Nel breve termine, gli Stati Uniti temono un rallentamento globale che si farà sentire sulla già debole ripresa americana.