Lo sostiene indagine dell’Istituto Piepoli, realizzata per il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi
Un italiano su dieci vorrebbe andare dallo psicologo, ma vi rinuncia per motivi economici. Lo sostiene indagine dell’Istituto Piepoli, realizzata per il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, coinvolgendo un campione rappresentativo della popolazione italiana. Dalla rilevazione emerge anche che circa un italiano su cinque (17%) si è già rivolto a un esperto, una quota che cresce fino a toccare il 25% nella fascia d’età più giovane, compresa tra i 18 e i 35 anni. Il 58% degli intervistati sostiene che la pandemia ha contribuito a cambiare il rapporto delle persone con i problemi psicologici: secondo il 26% degli italiani si è maggiormente propensi a chiedere aiuto mentre per il 20% si parla dei problemi psicologici con meno vergogna.
Anche se la fase più critica della pandemia è stata ormai archiviata da un pezzo, nell’ultimo anno alcuni fattori – la guerra scoppiata in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, l’impennata dei prezzi e delle bollette, la condizione economica, la situazione lavorativa – hanno contribuito a peggiorare la salute mentale degli italiani. Rispetto ad un anno fa, per il 26% della popolazione il benessere psicologico è peggiorato (un deterioramento che ha coinvolto in egual misura uomini e donne) mentre soltanto per l’11% è migliorato.
L’86% degli intervistati vorrebbe l’introduzione della figura dello psicologo a scuola, mentre l’89% ritiene che l’assistenza psicologica sia un diritto pubblico che deve essere accessibile a tutti gratuitamente attraverso il Servizio sanitario nazionale. Secondo la rilevazione, quasi un cittadino su due (47%) chiederebbe aiuto a un esperto in caso di problemi di natura psicologica, mentre il 38% ne parlerebbe prima con le persone care.
«L’indagine conferma il cambiamento socioculturale rispetto ai problemi psicologici. Sempre più si chiede la stessa dignità della salute fisica, sia nella prevenzione che nella cura. Ma emerge anche un forte ritardo nel garantire una assistenza pubblica. I costi umani ed economici dei mancati interventi sono un peso grande che paga tutto il Paese», dice il presidente del Cnop, David Lazzari, commentando i risultati del sondaggio.