di Caterina Mangia

Gli svizzeri bocciano in massa il reddito di cittadinanza: si è concluso con il 76,9 per cento dei “no” il referendum sul “reddito di base incondizionato” per tutti, che si è tenuto ieri ed è stato promosso da un gruppo indipendente guidato dal proprietario di un caffè di Basilea. Strano ma vero, i cittadini elvetici hanno respinto la proposta di garantire a tutti i Soldimaggiorenni un reddito che si aggira intorno ai 2.500 franchi al mese, pari a 2.250 euro. Per i più giovani, la cifra in discussione sarebbe stata di circa 625 franchi, ovvero 560 euro. Il progetto, già respinto dalla Camera con 157 voti contrari e soltanto 19 a favore, era già dato per perdente dai sondaggi. L’intento era quello di permettere alla popolazione di “condurre un’esistenza dignitosa e partecipare alla vita pubblica, anche senza esercitare un’attività lucrativa”, ma insieme ai “pro” gli svizzeri hanno tenuto conto anche dei “contro”: una ricerca di Demoscope ha infatti evidenziato che il 10 per cento dei cittadini avrebbe lasciato il lavoro se la legge fosse passata, inoltre il Governo si è fermamente opposto all’iniziativa dichiarando che sarebbe costata alle casse dello Stato 25 miliardi di franchi l’anno, una cifra che avrebbe pesantemente influito sul sostegno alla crescita economica e avrebbe portato a nuove tasse e tagli. I fautori del “sì” al referendum sul reddito di cittadinanza ritenevano invece che – essendo la Svizzera un Paese ricco – sarebbe stato possibile garantire ogni cittadino con un’entrata minima: sono stati sconfitti alla prova dei fatti.