Il capo della Penitenziaria: «Sicurezza ripristinata»

La Squadra Mobile di Nuoro ha arrestato due persone perché presumibilmente legate in qualche modo all’evasione di Marco Raduano, 39enne boss della mafia garganica, fuggito dal carcere sardo di Badu ‘e Carros lo scorso 25 febbraio, dove scontava una pena a 19 anni di reclusione. «Una fuga di questo genere è preparata con grande attenzione – aveva commentato, pochi giorni dopo l’evasione, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto -. Non si fugge da soli, mi sembra evidente. Che possano averlo aiutato compagni di detenzione o altri si verificherà. Resta che è un episodio inquietante, soprattutto in quel tipo di carcere». In seguito all’evasione di Raduano, tutt’ora latitante, la Squadra mobile avviò quindi una serie di indagini sulle falle nella sicurezza nel carcere, dal quale il boss era fuggito usando una corda fatta di lenzuola. Tali indagini hanno permesso di stringere il cerchio intorno ad un agente penitenziario e alla moglie di un detenuto, collegati a scambi di denaro e all’introduzione di telefoni cellulari all’interno del penitenziario. «Il carcere è stato completamente bonificato e sono stati ricostruiti i presidi di sicurezza», ha fatto sapere il capo della Polizia Penitenziaria, Amerigo Fusco, assicurando che «non esiste un caso Badu ‘e Carros: c’è stato un problema di gestione nel caso dell’evasione, ora superato».