di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl

La vittoria del centrodestra, con il 55% di Attilio Fontana alla guida della Regione Lombardia e con il 54% di Francesco Rocca alla guida della Regione Lazio, rivela molte cose. Il vento è ancora a favore del centrodestra, il quale ha dato prova di compattezza, al di là delle diverse identità e personalità politiche che lo compongono, e di poter tenere a lungo nelle proprie mani le redini del governo nazionale. La crescita del partito espressione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e cioè Fratelli d’Italia rinforza e valorizza la figura politica della prima donna premier italiana. Contemporaneamente, la performance superiore alle aspettative della Lega e la tenuta di Forza Italia rappresentano un’ulteriore garanzia di solidità degli stessi partiti e del Governo, nonché un incoraggiamento a proseguire sulla strada fino ad oggi percorsa in questi mesi, affatto facili.
C’è un solo aspetto che può mettere in ombra tale importante risultato ed è, ovviamente, il crollo dell’affluenza al 40%, fenomeno in aumento e molto preoccupante. Siamo di fronte all’espressione del grande disincanto e della disaffezione degli italiani verso la politica, conseguente, a mio avviso, alle massicce dosi ricevute in questi anni dall’Italia sia di tecnici e “tecnicismi” al governo sia di antipolitica. Anche il fallimento di quest’ultima gioca nell’astensionismo un ruolo importante: dopo aver illuso, ha deluso per non aver saputo dare risposte e per aver tentato di imitare, pur di salvarsi, ciò che ha tentato di distruggere.
Ma non è questa la più grande preoccupazione degli italiani oggi. La più grande preoccupazione degli italiani oggi è il lavoro. Sia dal punto di vista dei lavoratori, cioè di tutti quelli che rischiano di diventare nella migliore delle accezioni “obsoleti” nel corso del processo di transizione digitale e energetica in atto, sia dal punto di vista delle imprese, le quali, sempre a causa della stessa transizione e della perdurante incertezza economica, che impedisce persino alle Banche Centrali di sbilanciarsi sul futuro, hanno grandi difficoltà a fare previsioni, quindi investimenti.
Più il Governo punterà in questa direzione, concentrando risorse e interventi sulla sfida delle nuove competenze legate ai processi di transizione digitale ed energetica, sulle radicali trasformazioni del mercato del lavoro, che impongono di investire in politiche occupazionali fondate sulla formazione e riqualificazione, più tornerà la voglia degli italiani, un tempo forte e solida, di partecipare alla politica e non solo o semplicemente in occasione del voto. Riaffermando, così, allo stesso tempo il primato della politica sull’antipolitica.