«Per ridurle, non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, aiutare famiglie e pmi»

«Per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle piccole e medie imprese». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rivendicato la decisione del governo di destinare una porzione (circa 10 miliardi) della manovra «per aiutare le famiglie più bisognose», anziché usare quei soldi per tagliare le accise, che adesso gravano sul costo finale di benzina e diesel, tornato ai livelli di giugno dello scorso anno. Il caro carburante rappresenta un problema non risolvibile a stretto giro (non ci sono sufficienti risorse), ma il Consiglio dei ministri ha adottato ieri comunque qualche contromisura per impedire eventuali speculazioni, varando una norma sulla trasparenza dei prezzi. «Abbiamo deciso di rafforzare le norme sanzionatorie per chi non adempie alle comunicazioni previste dalla legge e abbiamo stabilito che ogni benzinaio esponga il prezzo medio giornaliero», ha spiegato Meloni, ribadendo «che la gran parte dei benzinai è onesta e responsabile». Le misure introdotte sono «a tutela loro», ha assicurato il premier. Che non s’è detta contraria ad un futuro taglio «strutturale e non temporaneo» delle accise: «Sono ancora convinta che sarebbe un’ottima cosa», ha detto, osservando però che «si fanno i conti con la realtà con la quale ci si misura e non sfuggirà a chi non ha dei pregiudizi che dal 2019 a oggi il mondo è cambiato e purtroppo noi stiamo affrontando una situazione emergenziale su diversi fronti che ci impone di fare alcune scelte».