Torna l’incubo Covid in Cina. Schillaci: tampone obbligatorio per i viaggiatori in arrivo in Italia

Fonti non governative parlano di un milione di contagi al giorno e una media quotidiana di 5mila vittime, ma è difficile superare la barriera dell’informazione di regime. Fatto sta che Pechino sta vivendo, a tre anni dai primi casi di Wuhan, una nuova ondata di pandemia. Eppure la Cina, dopo gli esiti fallimentari della cosiddetta “strategia zero Covid” e della campagna vaccinale con i sieri di produzione nazionale a vettore virale, poco efficaci, sta per riaprire le frontiere, dal prossimo mese, con conseguente boom di prenotazioni verso l’estero dei propri cittadini, bloccati da tempo in patria e desiderosi di ricominciare a viaggiare. Diversi Stati, ad esempio India e Giappone, si stanno preparando con delle contromisure, tra quarantene e tamponi obbligatori. Al momento l’Unione europea non ha aumentato le restrizioni verso chi arriva dalla Cina. In Italia, invece, il ministro della Salute Orazio Schillaci, dopo il confronto di venerdì scorso con la Cabina di regia dell’ISS per il monitoraggio sull’andamento dei contagi Covid-19, e dopo i risultati dei test a tappeto effettuati dalla Regione Lombardia sui passeggeri in arrivo in volo a Malpensa dalla Cina, con una media di una persona su due risultata positiva al Covid, ha disposto l’introduzione del tamponamento obbligatorio per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina su tutto il territorio nazionale. «Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covdi19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia» ha scritto Schillaci. «La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana. Riferirò più dettagliatamente nel corso del Consiglio dei Ministri convocato oggi». Occorre agire in tempo, possibilmente non solo a livello nazionale, ma con un coordinamento europeo, per non farci trovare impreparati come tre anni fa, quando c’era chi invitava ad “abbracciare un cinese”. Sappiamo, purtroppo, com’è andata a finire.