Tabella di marcia in fortissimo ritardo per enti locali, sanità e soprattutto scuola

Seppure per ragioni diverse, in tanti guardano a cosa sta succedendo dalle parti del Ministero dell’economia, della Ragioneria generale dello Stato e della Corte dei conti. Oggetto del dibattere sono i rinnovi dei contratti collettivi del pubblico impiego, i quali, al netto delle osservazioni critiche espresse dalle federazioni di categoria della Ugl, sono particolarmente attesi per ridare un minimo di fiato alle famiglie dei dipendenti pubblici, in un momento caratterizzato dalla crescita esponenziale dei prezzi dei beni di maggiore consumo, energia ed alimentari in testa. Nei mesi scorsi, l’Aran ha raggiunto delle intese di massima per i diversi comparti; come di prassi, tali intese sono state poi inviate alla Ragioneria generale dello Stato e alla Corte dei conti per la cosiddetta bollinatura, una operazione che, in altri tempi, è apparsa molto formale e che, invece, in questa occasione si sta rivelando più complessa del previsto. L’ultimo consiglio dei ministri dell’era Draghi ha portato, fra l’altro, alla approvazione dell’intesa per gli enti locali, mentre restano in bilico i rinnovi dei contratti collettivi della scuola e della dirigenza sanitaria. Al netto della sottoscrizione in sede Aran, però, la vera partita è l’altra, tanto è vero che ancora non sono certi i tempi di erogazione delle una tantum nella sanità e nelle stesse autonomie locali con il rischio di slittamento al 2023.