In alcuni settori pesa l’inflazione, in altri incide l’incertezza normativa

I numeri del ricorso agli ammortizzatori sociali confermano il peggioramento complessivo degli andamenti occupazionali nel nostro Paese. Cresce infatti il ricorso alla cassa integrazione, sia in generale che con specifico riferimento ad alcuni settori produttivi che oggi appaiono più esposti di altri agli effetti congiunti che arrivano da fuori, come l’aumento dei costi energetici e la perdita di alcuni flussi turistici particolarmente redditizi. Nei primi otto mesi dell’anno, la cassa integrazione straordinaria è cresciuta di poco meno del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un dato oggettivamente preoccupante, fanno sapere dalla Ugl, in quanto il 2021 si era caratterizzato per alcuni periodi di stop alle attività produttive a causa del Covid-19 e per una minore presenza di turisti stranieri nel nostro Paese. Passando però dal dato medio all’analisi dell’andamento dei singoli settori produttivi, emergono altri elementi di valutazione molto interessanti. Nello specifico, sono tre i settori maggiormente esposti per ragioni, però, non sempre coincidenti. Nel commercio, il maggiore ricorso alla Cigs è stato del 110% a causa della contrazione dei consumi. Anche nell’edilizia le cose vanno male (+92,69% di richieste), ma in questo caso molto dipende pure dalle incertezze normative connesse all’utilizzo dei vari bonus per l’efficientamento energetico con le modifiche in corso d’opera.