Crisi del grano, colloqui in Turchia

Giustiziati da un plotone di esecuzione: potrebbe essere questa la fine dei mercenari stranieri se la Corte Suprema confermerà le condanne a morte stabilite il 9 giugno, secondo il capo dell’autoproclamata repubblica del Donetsk (Dpr), Denis Pushilin. Un tribunale della Dpr, infatti, aveva condannato a morte nelle scorse settimane due combattenti britannici e uno marocchino, Aiden Aslin, Shaun Pinner e Saaudun Brahim, i quali hanno presentato appello. Risulta poi un terzo cittadino statunitense, Suedi Murekezi, in mano ai filorussi di Donetsk, nell’Ucraina orientale. A denunciarlo gli amici e i familiari del 35enne, sostenendo che l’uomo era stato catturato a giugno a Kherson, nel Sud del paese, dove viveva. Attualmente si troverebbe nella stessa prigione dove sono detenuti altri due cittadini americani, Alexander Drueke e Andy Tai Ngoc Huynh, catturati dalle forze russe lo scorso mese. Sul fronte diplomatico oggi in Turchia si tengono i colloqui nell’ambito della crisi del grano, per cui filtra ottimismo, anche stando alle dichiarazioni del ministro degli Esteri ucraino, Dmitry Kuleba, che al quotidiano spagnolo El Pais ha riferito che un’intesa sarebbe vicina. Tuttavia, in un’altra intervista, stavolta all’Associated Press, Kuleba ha ammesso di ritenere improbabili, a breve, colloqui di pace tra Ucraina e Russia. La Casa Bianca, intanto, ha criticato la possibilità che l’Iran aiuti Mosca nella guerra contro Kiev. Circostanza che il consigliere alla sicurezza nazionale, Jake Sullivan, secondo quanto riportato dai media Usa, ha definito una minaccia grave.