I sindacati hanno chiesto la proroga dello smart working semplificato. Vale soltanto la FFP2. Cambiano le regole per l’utilizzo al chiuso delle mascherine da parte dei dipendenti. Massima attenzione alla pulizia, alla sanificazione e ai lavoratori fragili con patologie

Da una parte, la tenuta dell’ambiente di lavoro; dall’altra, i dispositivi di protezione individuale in uso al datore di lavoro. Il punto 4 del Protocollo si riferisce alla pulizia, alla sanificazione e al ricambio dell’aria. La pulizia deve essere giornaliera, mentre la sanificazione è periodica, in coerenza con quanto disposto dal ministero della salute. La disposizione vale in assoluto e, a maggior ragione, nei casi in cui dovesse registrarsi una positività. Fondamentale anche la ventilazione degli ambienti, mentre una attenzione particolare è da riporsi alla pulizia e alla sanificazione dei computer e di tutti gli altri accessori cosiddetti touch. Rimangono al punto 5 le indicazioni di fondo relative alle precauzioni igieniche personali. Il protocollo chiarisce si tratta di misure obbligatorie che valgono per tutti coloro che sono presenti nel luogo di lavoro. Spetta al datore di lavoro mettere a disposizione idonei e sufficienti mezzi detergenti e disinfettanti per le mani. Nei fatti, poco cambio rispetto alle disposizioni precedentemente contenute nel Protocollo originario e nelle sue successive modifiche. I dispenser devono essere collocati in punti facilmente accessibili. Se i punti 4 e 5 riprendono in larga parte cose già note, il successivo punto 6, dedicato all’impiego delle mascherine, è quello di maggiore novità. L’unico dispositivo di protezione individuale delle vie respiratorie ammesso è quello di tipo facciale filtrante FFP2; la mascherina chirurgica non è più considerata Dpi. Fermo restando gli obblighi di legge che riguardano al momento alcuni settori, come la sanità e i trasporti, la FFP2 «rimane un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio nei contesti di lavoro in ambienti chiusi». Più nello specifico, gli ambienti, oltre che chiusi, sono condivisi da più lavoratori oppure sono aperti al pubblico o ancora non è possibile assicurare il distanziamento interpersonale di un metro. Spetta quindi al datore di lavoro fornire ai propri dipendenti le mascherine FFP2. Sempre al punto 6, si rimanda alle indicazioni provenienti dal medico competente o dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione per l’individuazione di gruppi di lavoratori ai quali fornire le mascherine FFP2 da indossare, «avendo particolare attenzione ai soggetti fragili». Di quest’ultimi si parla anche ai successivi punti 11 (utilizzo del lavoro agile) e 12 (previsione di specifiche misure prevenzionali e organizzative), con le parti sociali che auspicano una proroga della disciplina semplificata in vigore dal 2020.