Il lavoro flessibile non deve essere sinonimo di “sempre a lavoro”. La remotizzazione del lavoro ha avuto spesso come risultato un incremento del tempo trascorso a lavorare spalmato nel corso della giornata, piegando i paletti fra lavoro e vita privata. «Gli ultimi due anni hanno lasciato un’impronta duratura sul lavoro, il cui impatto si farà sentire a lungo nel futuro. I dipendenti – si legge nel report di Microsoft – apprezzano la flessibilità e questa un’opportunità per le imprese di re-immaginare l’integrazione tra lavoro e vita privata come vantaggioso per tutti. Per far funzionare il lavoro ibrido, i leader devono consentire ai manager di essere i custodi della cultura, ripensare il ruolo dell’ufficio, ricostruire il capitale sociale per una forza lavoro digital-first e creare nuove pratiche per un lavoro flessibile sostenibile. La tecnologia gioca un ruolo chiave, ma questo momento richiede una nuova mentalità». Entrano in gioco i dirigenti: spetta a loro motivare i propri sottoposti. Oltre la metà dei manager (54%) ritiene che la leadership della propria azienda non sia in contatto con le aspettative dei dipendenti. E il 74% afferma di non avere l’influenza o le risorse necessarie per apportare modifiche per conto del proprio team. Più di un terzo (38%) dei dipendenti ibridi afferma che la loro più grande sfida è sapere quando e perché andare in ufficio. Eppure poche aziende (solo il 28%) hanno stabilito accordi per definire chiaramente le nuove norme.