Le parti sociali avevano chiesto di aggiornare per tempo il Protocollo

La convocazione di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria e delle altre parti sociali, attesa per la fine di aprile, è poi arrivata per il 4 maggio, alle dieci di mattina. Il tema del confronto è quello relativo all’aggiornamento del Protocollo condiviso per il rientro in sicurezza nelle aziende, contenente le misure di contrasto alla diffusione del Covid-19 nei luoghi di lavoro. Il problema che si pone è quello che la convocazione arriva dopo il cambio di passo sull’utilizzo in particolare delle mascherine a partire dal 1° maggio, per effetto dell’ordinanza del ministro della salute, Roberto Speranza, del 28 aprile. Se è vero che sia i sindacati che le associazioni datoriali sono comunque d’accordo nel mantenere una linea prudenziale almeno fino al 30 giugno, è pur vero che, in assenza di un atto formale, le singole aziende potrebbero decidere di intraprendere delle vie alternative, peraltro in assoluta legittimità. Il problema, naturalmente, non si pone in quei luoghi di lavoro dove permane l’obbligo di mascherina. Parliamo in particolare nelle strutture sanitarie e ospedaliere, nelle scuole, sui mezzi di trasporto, nei cinema e nei teatri. In tutti gli altri settori, in attesa delle decisioni del 4 maggio, potrebbero essere adottate iniziative diverse, in comparti omogenei, cosa che inevitabilmente potrebbe avere delle conseguenze, laddove dovessero riscontrarsi casi di positività al Covid-19.