Pesano il Covid-19 e il conflitto bellico; le richieste dei sindacati

L’impatto della nuova normativa sugli ammortizzatori sociali inizia a farsi sentire. Se per qualche settimana i datori di lavoro hanno sperato nell’introduzione di una proroga per compensare gli effetti del Covid-19 e della guerra russo-ucraina, le nette affermazioni del ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, hanno prodotto una accelerazione nell’uso degli strumenti ordinari di sostegno al reddito. Cgil, Cisl, Uil e Ugl, in più occasioni, hanno infatti chiesto di intervenire con un nuovo pacchetto di ammortizzatori sociali, almeno fino al 30 giugno, tenendo conto delle enormi difficoltà delle imprese ad affrontare gli effetti dell’aumento indiscriminato dei prezzi delle materie prime e dei carburanti. La stessa posizione è stata anche sostenuta dalle associazioni datoriali, ma il ministro Orlando ha sempre risposto indicando la via maestra della cassa integrazione ordinaria. L’unico intervento al momento previsto è quello a favore delle imprese del turismo, un intervento peraltro molto parziale. In attesa di capire cosa succederà nelle prossime settimane, in particolare con il decreto Aiuti, resta il dato del maggiore ricorso alla cassa integrazione ordinaria e della cassa integrazione straordinaria nel mese di marzo rispetto a febbraio. Nel primo caso, le ore autorizzate sono passate da 18,4 milioni a 22,3 milioni (più 20,9%); nell’altro, l’incremento è stato dello 0,8%.