Sole, acqua e vento dovrebbero favorire una maggiore indipendenza dell’Unione europea

La proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio COM (2021) 557 final è destinata a modificare a direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, il regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e la direttiva n. 98/70/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la promozione dell’energia da fonti rinnovabili e che abroga la direttiva (UE) 2015/652 del Consiglio. La proposta di direttiva interviene sulla cosiddetta direttiva Rinnovabili (RED II), incrementando dal 32% al 38-40% la quota di produzione di energia da fonti rinnovabili, con l’introduzione di misure di accompagnamento e di integrazione dei sistemi energetici, l’idrogeno, l’energia rinnovabile offshore e la biodiversità. Un sistema energetico dell’UE più sicuro, meno dipendente dalle importazioni, sarebbe conseguito tramite l’aumento delle energie rinnovabili, in particolare di quelle offshore. La revisione della direttiva Rinnovabili avrà probabilmente un impatto positivo sulla crescita economica e sugli investimenti, creando posti di lavoro di qualità e riducendo le importazioni di combustibili fossili e i costi energetici per i consumatori e le imprese. Le modifiche apportate potrebbero contribuire a rafforzare l’indipendenza energetica dell’Unione europea, anche se, soprattutto nel settore energetico, i singoli Paesi europei continuano ad operare in autonomia, cosa che ha i suoi risvolti negativi. La stessa crisi russo-ucraina non è infatti aliena da questa mancanza di visione d’assieme.