di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Il 2021, nonostante i gravi problemi legati alla pandemia che ancora affligge il Paese, sta dando grandi soddisfazioni all’Italia, ad esempio nelle competizioni europee. Dopo la vittoria di un gruppo musicale italiano, i Maneskin, all’Eurovision, il festival europeo della canzone, ieri sera c’è stata anche la memorabile affermazione degli azzurri, trionfatori del torneo di calcio Euro2020, dopo un difficile confronto nella finale di Wembley con la squadra inglese. Per un curioso gioco del destino le rappresentanze delle due nazioni europee più colpite dal Covid. Una partita tutta in salita, una coppa conquistata con grinta e caparbietà. Un trofeo che torna da noi dopo 53 anni: “It’s coming Rome”, come titolano testate italiane e internazionali, per sbeffeggiare l’atteggiamento supponente e in alcuni casi antisportivo della squadra e della tifoseria inglese – i fischi al nostro inno, particolarmente deprecabili – che non ha portato bene ai nostri avversari. Ma, andando oltre l’entusiasmo del momento, questi riconoscimenti internazionali, quello musicale e, ancora di più, quello sportivo, quest’ultimo particolarmente sentito dalla popolazione, sono importanti perché possono infondere spirito e coraggio al resto degli italiani, alle prese coi duri problemi della vita quotidiana. Insegnare che preparazione, sacrificio, tenacia, spirito di gruppo e gioco di squadra possono fare molto, moltissimo, specie se queste virtù si sommano al talento e all’ingegno individuali e alla presenza di consolidate tradizioni, che al nostro popolo certamente non mancano. Far capire che i periodi difficili possono essere superati e, anzi, offrire una motivazione in più per fare del proprio meglio. Che si possano leggere questi eventi vittoriosi come segnali di rinascita per tutta la nazione, al di là degli ambiti specifici della musica come del calcio? Come il primo passo per una riscossa collettiva del Paese, dopo il periodo buio della pandemia, come furono i mondiali dell’82, quando l’Italia voltò pagina dagli anni di piombo? È quello che ci auguriamo, dopo la gioia di ieri sera, tornando coi piedi per terra e pensando a tutte le criticità che l’Italia deve affrontare. Tutti noi, dopo la legittima soddisfazione, dovremmo far tesoro di quanto accaduto e prendere esempio dai campioni per dare il massimo, ognuno nel suo ambito di vita e di lavoro, sapendo che l’impegno viene sempre ripagato, se non nel breve, certamente nel lungo termine. Soprattutto nella speranza che anche la nostra classe dirigente tutta riesca a farsi ispirare da queste vittorie, per portare in alto, in campo politico, sociale ed economico, il nome dell’Italia, in Europa e nel mondo, con altrettante se non maggiori soddisfazioni. Per sventolare la nostra bandiera e cantare il nostro inno con orgoglio tutti i giorni dell’anno.