Il decreto Sostegni bis, intanto, mette in campo una nuova ipotesi di intervento

Il ministro del lavoro, Andrea Orlando, continua a ribadire che il suo obiettivo è quello di arrivare a luglio in consiglio dei ministri con una proposta organica di riforma degli ammortizzatori sociali. È la linea tracciata da subito, fin dai primi incontri che l’esponente del Partito democratico ha avuto con Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le altre parti sociali. Un percorso che prevede quattro passaggi uno dietro l’altro per definire il quadro complessivo entro cui dovrebbe muoversi la revisione del decreto legislativo 148/2015 che rappresenta, appunto, l’attuale impalcatura del sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro, come disegnato con il Jobs act. Intanto, con il decreto Sostegni bis sembra compiersi un primo passo verso il ritorno alla normalità. Fermo restando il ricorso alla cassa con causale Covid-19, il decreto-legge 73 prevede anche un percorso più tradizionale che guarda alle imprese che, per tipologia, possono accedere agli strumenti ordinari. Tali imprese hanno la possibilità di chiedere di fruire di un massimo di 26 settimane di cassa integrazione straordinaria con una riduzione media dell’orario dell’80%, riduzione che può arrivare al 90% per il singolo lavoratore. Su queste 26 settimane non è previsto il pagamento del contributo addizionale previsto dalla legge, anche se è richiesto alle imprese di rinunciare o sospendere le procedure di licenziamento collettivo o individuale.