Bankitalia: il 60% delle famiglie fa fatica ad arrivare a fine mese. Ma le attese migliorano. Ecco i principali risultati della quarta edizione della “Indagine straordinaria sulle famiglie italiane”. «Con Dad avuti vantaggi ma donne penalizzate»

Dalla quarta edizione della “Indagine straordinaria sulle famiglie italiane” della Banca d’Italia emerge un quadro piuttosto allarmante, sebbene non inaspettato. «Il saldo delle risposte relative alle prospettive generali dell’economia, pur restando negativo, è tornato a migliorare rispetto a quello dei mesi estivi, dopo la prima ondata della pandemia. La percentuale di famiglie che nell’ultima edizione si attende un netto peggioramento del quadro generale nei successivi dodici mesi è diminuita di 9 punti percentuali rispetto all’indagine di novembre, portandosi al 23%. Anche le aspettative sul mercato del lavoro nei successivi dodici mesi sono divenute più favorevoli». Ma «i nuclei con capofamiglia nella posizione di lavoratore autonomo restano più pessimisti». In generale le famiglie pensano che per considerare superata l’emergenza sanitaria bisogna attendere: «solo il 16% ritiene che verrà meno nel corso del 2021, mentre un terzo stima che si protrarrà almeno fino al 2023», «quasi il 70% delle famiglie prevede per l’anno in corso un reddito pari a quello percepito nel 2020. Poco più di un sesto si attende che sarà inferiore». Quota che sale a «un quarto tra coloro che ritengono che l’emergenza sanitaria si protragga più a lungo». C’è di peggio: «oltre il 60% dei nuclei dichiara di avere difficoltà economiche ad arrivare alla fine del mese, 10 punti percentuali in più» a prima della pandemia. Percentuale che va «oltre 20 punti (al 65%) per i nuclei il cui capofamiglia è un lavoratore autonomo». «Poco meno del 40% delle famiglie riporta che negli ultimi dodici mesi» il reddito familiare si è rivelato non sufficiente a coprire le spese» e di queste quasi la metà, in assenza di reddito o trasferimenti, «non disporrebbe di risorse finanziarie proprie per far fronte ai consumi essenziali nemmeno per un mese». «Poco meno di un terzo dei nuclei riporta di aver percepito nell’ultimo mese un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia e il calo è più diffuso tra quelli con capofamiglia lavoratore autonomo o disoccupato e nelle zone che al momento dell’intervista erano maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria (arancioni e rosse)». Peggioramento delle condizioni reddituali «mitigato dalle misure di sostegno al reddito: tra dicembre del 2020 e febbraio del 2021 ne avrebbe beneficiato un quarto delle famiglie». Bankitalia rileva che «i comportamenti di consumo delle famiglie continuano a risentire dell’emergenza sanitaria. Oltre l’80% dichiara di aver ridotto le spese» per alberghi, bar e ristoranti e abbigliamento. Due terzi spende meno anche «per i servizi di cura della persona». Per le famiglie che arrivano con difficoltà alla fine del mese la contrazione dipende in prevalenza dalle minori disponibilità economiche, mentre per i nuclei più abbienti pesano soprattutto le misure di contenimento e la paura del contagio.