di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Alla fine stanotte abbiamo raggiunto un accordo al tavolo di confronto le altre parti sociali, l’Abi e il Ministero del Lavoro, sottoscrivendo la convenzione per l’anticipazione della Cig ai lavoratori fermi a causa della pandemia di Covid-19. I lavoratori non possono più aspettare le lungaggini burocratiche e devono vedersi subito corrisposta l’indennità che gli spetta: siamo già alle porte di aprile e bisogna passare dalle parole ai fatti, perché moltissimi nostri concittadini in riposo forzato non hanno la possibilità di resistere all’emergenza economica con le sole proprie disponibilità, in attesa dei tempi dell’Inps per incassare l’assegno di integrazione al reddito. L’Ugl per prima aveva lanciato l’allarme sui tempi di erogazione e finalmente, dopo aver partecipato attivamente al tavolo, abbiamo ottenuto delle risposte. Dunque i primi soldi dovrebbero arrivare entro Pasqua, e non in due o tre mesi e anche più, come solitamente avviene. Le banche anticiperanno gli importi, fino a un massimo di 1.400 euro per la Cig a zero ore per nove settimane, ossia per il lasso di tempo previsto nelle disposizioni del Cura Italia. Sono poi previste anche eventuali reiterazioni dell’anticipazione, in caso di proroga del periodo di chiusura imposto alle attività economiche per limitare la diffusione del contagio: la convenzione, infatti, scadrà solo il prossimo 31 dicembre nel caso malaugurato in cui si realizzino le previsioni meno ottimistiche sul contenimento della pandemia. Quindi i lavoratori dovrebbero vedersi accreditare l’importo dopo aver presentato la domanda con tutta la documentazione richiesta, aprendo un conto, a costo zero, presso una delle banche firmatarie della convenzione, anche laddove abbiano già un conto presso lo stesso istituto, nel caso in cui questo comunque richieda un conto ad hoc, con quindi un rapporto diretto con le banche e mediante un coordinamento fra le banche stesse, le imprese e l’Inps. Un passo avanti, ma non mancano alcune perplessità, che l’Ugl ha prontamente sollevato. Al momento, infatti, le anticipazioni della Cig saranno erogate con la previsione della restituzione dell’importo stesso, una volta ricevuto lo spettante dall’Inps, con a garanzia il Tfr e il rapporto fra lavoratore e impresa. Resta defilato lo Stato, che invece a nostro avviso dovrebbe assumersi in pieno il ruolo di garante di questa operazione così vasta e complessa, attraverso la previsione di un apposito fondo in sede di conversione del Decreto Cura Italia. Anche perché la questione riguarda una platea amplissima di lavoratori, fino a nove milioni di persone coinvolte, dato che la misura riguarda tutte le imprese, comprese quelle piccolissime con anche un solo dipendente, con potenzialmente una spesa complessiva pari a 12 miliardi di euro. E il futuro delle aziende per cui lavorano queste stesse persone, in questa situazione è, purtroppo, del tutto incerto. Per ora, dopo aver avanzato la richiesta di un intervento del Governo a garanzia delle anticipazioni ai lavoratori, abbiamo ottenuto una disponibilità che dovremo verificare nei prossimi giorni con la Presidenza del Consiglio ed il Ministero dell’economia. Nonostante queste perplessità abbiamo, comunque, aderito alla Convenzione. Innanzitutto perché si tratta di un accordo migliorativo rispetto alla situazione precedente, consentendo nell’immediato una risposta concreta alle esigenze pressanti delle persone in cassa integrazione, e poi perché è importante per noi seguire fattivamente tutte le fasi della trattativa, per sostenere ulteriori rivendicazioni e i necessari miglioramenti a questa misura, così importante per milioni di italiani.