Negli Usa atteso il picco in due settimane

Sei mesi. È un arco temporale piuttosto ampio, ma è quanto potrebbe servire al Regno Unito, secondo la vice del consigliere sanitario del premier britannico Boris Johnson, Jenny Harries, per tornare alla normalità passata l’emergenza del coronavirus. Un po’ ovunque si sta cominciando a fare i conti con la ripresa graduale delle attività, ma è difficile stabilire una tempistica precisa. Del resto l’emergenza è tutt’altro che passata, anzi in alcuni casi si osserva ancora una fase acuta. In questi giorni il governo di Londra invierà alle famiglie britanniche una lettera contenente un messaggio di Johnson: «È importante per me essere esplicito: sappiamo che le cose peggioreranno prima di migliorare. Ma ci stiamo preparando nel modo giusto, e più seguiremo tutti le regole, meno vite andranno perdute e prima la vita potrà tornare alla normalità. Per questo, nel momento dell’emergenza nazionale, vi rivolgo questo invito: “Restate a casa”». Resta critica la situazione anche negli Stati Uniti. Le misure di distanziamento sociale – attendendo il picco in due settimane – resteranno in vigore fino alla fine del mese, ha annunciato il presidente Donald Trump. Secondo il capo dell’Istituto per le malattie infettive, Anthony Fauci, le vittime negli Usa potrebbero arrivare fino a 200 mila, con milioni di contagiati. L’ultimo bollettino della Johns Hopkins University afferma che i decessi nel mondo provocati dal coronavirus hanno superato quota 34 mila. In India il primo ministro Nerendra Modi ha chiesto ai cittadini di perdonarlo per il lockdown imposto nel paese.