Il Premier britannico presenta una piattaforma negoziale

Brexit avvenuta, non senza qualche ostacolo, ma è ora che arriva il difficile. Perché è adesso che prende il via il periodo di transizione, della durata di circa un anno, che sarà utile a Londra e a Bruxelles per raggiungere gli accordi che permettano una cooperazione tra Regno Unito e Unione europea in nuove forme. A partire, neanche a dirlo, dal commercio. Il premier britannico, Boris Johnson, ha illustrato oggi la sua piattaforma negoziale, rimarcando che Londra vuole un accordo sul libero scambio, senza però un «allineamento alle regole e agli standard» europei «sulla politica della competizione, i sussidi, la protezione sociale, l’ambiente o nulla di simile». «La scelta» dei negoziati sulle relazioni post Brexit, ha osservato quindi Johnson, «non è, sia chiaro, fra deal e no deal», bensì tra «una relazione commerciale comparabile a quella del Canada» (che prevede libero scambio a zero dazi) e «più simile a quello Australia-UE. In ogni caso – ha aggiunto – non ho dubbi che la Gran Bretagna prospererà e potrà scatenare tutto il suo potenziale». «Siamo pronti ad offrire un accordo molto ambizioso che includa tariffe e dazi zero su tutte le merci», è la posizione espressa a tale proposito dal capo negoziatore dell’UE, Michel Barnier. Il quale ha però avvertito Londra: «Il Regno Unito non potrà più beneficiare dei diritti e dei vantaggi economici se il 31 dicembre lascerà il mercato unico e l’unione doganale. Questo è il quadro in cui ci muoviamo».