Al voto il 12 dicembre, nodo Brexit al centro

Il Regno Unito si avvicina al voto, in programma giovedì 12 dicembre. Un appuntamento tra i più importanti degli ultimi tempi, perché avrà ripercussioni anche sull’Unione europea, considerata la Brexit da portare a conclusione. E sulla base di chi vincerà – tra i conservatori del premier uscente Boris Johnson e il Labour di Jeremy Corbyn – molto capiremo di che tipo di divorzio assisteremo tra Londra e Bruxelles e, soprattutto, in che tempi. Johnson difende l’accordo ottenuto di recente e intende andare fino in fondo. In più, nelle ultime ore, ha deciso di giocarsi la carta dell’immigrazione, “formalizzando” al Sunday Times uno stop all’ingresso di lavoratori non specializzati nel paese e un sistema a punti per i permessi di soggiorno sul modello australiano. I sondaggi premiano di gran lunga i Tories, anche se negli ultimi giorni i laburisti hanno registrato un recupero. Non sufficiente per mirare alla maggioranza (sarebbe costretto ad alleanze con le altre forze di opposizione, ad oggi, però, ipotesi che resta molto difficile). Alcune questioni interne – ad esempio quella legata alle accuse di antisemistimo – sembrano contribuire a tenere i laburisti ancora a distanza, nonostante la risalita in alcuni sondaggi che ha messo in lieve allarme il partito conservatore, alla ricerca della maggioranza assoluta dei seggi. Già l’indomani del voto, comunque, il nodo Brexit sarà al centro del Consiglio europeo, il primo presieduto da Charles Michel, che prenderà il via giovedì.