di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Mentre il dibattito si infiamma sull’eventualità che lo Stato italiano possa emettere i minibot, proposta considerata pressoché eretica, un privato, il signor Zuckerberg, annuncia in tutta tranquillità la nascita della sua moneta, Libra. Non una classica “cripto valuta”, ma un’infrastruttura finanziaria globale che permetterà transazioni in tutto il mondo con un potenziale bacino d’utenza pari a quello di Facebook, ovvero circa due miliardi e mezzo di persone, allo stato attuale. Non antagonista rispetto agli istituti tradizionali, tanto che fra i partner dell’iniziativa, oltre ai giganti dell’e-commerce come eBay, Booking, e Uber, ci sono anche Mastercard, Paypal, Visa. Per il magnate statunitense l’operazione consentirà di accedere a servizi finanziari anche a chi non possiede un conto in banca, ma ha un cellulare. Un credito in Libra potrà essere acquistato con le monete correnti, naturalmente pagando una commissione alla Libra Association di Zuckerberg e dei suoi 27 soci, con sede in Svizzera. Così si avrà un “portafoglio virtuale” tramite il quale acquistare beni e servizi online. Se ci si chiede quale sia l’utilità della nuova moneta – del resto è già possibile comprare di tutto su Internet – Libra in risposta promette di consentire pagamenti immediati e a costi più bassi e non solo, anche la possibilità di accumulare risparmi e fare trasferimenti. Nel tempo, dichiara il patron di Facebook, con Libra si potranno pagare delle bollette, acquistare un caffè o un biglietto dei mezzi pubblici senza avvalersi delle banche tradizionali. Queste ultime, le banche, sembrano l’obiettivo primario dell’operazione e la concorrenza sarebbe rivolta a loro, senza intaccare più di tanto il sistema tradizionale delle valute. Tutto molto bello e futuristico, senz’altro. Ma l’impressione di fondo è quella di un mondo sempre più distopico piuttosto che utopico. Libra sarebbe non una qualsiasi banca che gestisce il denaro ma il titolare, privato, di una moneta propria, che col tempo potrebbe imporsi sulle valute degli Stati (o meglio delle Banche Centrali). Nessun vincolo di sovranità popolare e rappresentanza democratica. Nessun riferimento al patto sociale e alla garanzia di diritti civili e sociali. Un mondo di privati. Tant’è che uno slogan di Facebook è proprio “the future is private”, in riferimento, parrebbe, alla privacy, ma forse non solo. Nello stesso tempo, in questi giorni qualcuno si scandalizza per l’ipotesi minibot – che sarebbero emessi da uno Stato, con le garanzie economiche e politiche, nel senso più ampio del termine, che ciò offre – con l’obiettivo di avere maggiore agibilità nel continuare a offrire prestazioni sociali ed andare avanti nell’operazione “espansiva” che metta insieme la crescita alle misure su pensioni, welfare, prestazioni per i più poveri e quant’altro. Un mondo alla rovescia.