Un accordo in serata per dare una prospettiva nuova alla scuola italiana. Al ministero dell’istruzione, è stato finalmente sottoscritto un accordo che rimette in pista i tanti precari che, per lunghi anni, hanno assicurato e garantito l’apprendimento di milioni di ragazzi e di ragazze nei diversi istituti. L’intesa riguarda nello specifico i 55mila supplenti di Terza fascia (laureati, ma non abilitati) delle scuole medie e delle superiori che possono far valere almeno tre anni di insegnamento, nelle scuole pubbliche come in quelle parificate, negli ultimi otto anni. La strade per avvicinarsi alla cattedra di ruolo saranno due. La prima prevede un percorso abilitante, cosiddetto Pas, da svolgersi nelle università e con un costo medio di 3mila euro, che si concluderà con l’inserimento nella graduatorie di Seconda fascia, porta per l’assunzione in pianta stabile in una scuola pubblica, fermo restando la possibilità di insegnare immediatamente nelle scuole paritarie. Inoltre, e qui scatta la seconda strada, nel concorso ordinario da 48.536 posti previsto per l’autunno, la quota riservata ai precari di Terza fascia sale dal 10 al 50%, con la conseguenza che in 24.268 salteranno la preselezione, andando a finire in una graduatoria speciale. Il requisito richiesto è che dei trentasei mesi di supplenza, dodici siano stati svolti nella disciplina scelta per concorrere. «Abbiamo guardato ai 40-50enni» ha detto il ministro Marco Bussetti.