di Fabio Verelli
Dirigente Confederale Ugl

 

Ricorrono vent’anni dalla legge Ciampi che regolò l’attività delle Fondazioni che, non possiamo non evidenziarlo, pur nella ormai decennale crisi finanziaria che ha colpito anche il sistema creditizio, riescono a stare vicino alle esigenze delle comunità locali ed ai bisogni reali dei cittadini. Questo è quanto emerso dai vari interventi di Bassanini, Quadrio Curzio ed altri coordinati da Antonio Polito del Corriere della Sera.
In effetti, dobbiamo dare atto a queste istituzioni bancarie di operare concretamente per favorire l’inclusione sociale dei soggetti più svantaggiati della società che, spesso, vivono forme estreme di povertà, promuovendo fondi di garanzia per facilitare l’accesso agevolato al microcredito e, quindi, stimolando la crescita economica sui vari territori. Quella della valorizzazione del ricorso al microcredito di famiglie e piccoli artigiani, è stata anche una proposta sindacale che la Ugl ha più volte rilanciato in vari ambiti di discussione.
Sono, inoltre, varie le iniziative promosse dalle Fondazioni per contrastare la diffusa povertà educativa, con la creazione di un fondo di 600 milioni di euro per il periodo 2016-2021 che ha generato, ad oggi, 272 progetti con la nascita di ludoteche, orti di quartiere e impianti sportivi nelle zone più periferiche e ad alto rischio sicurezza, come quelli realizzati a San Basilio a Roma.
Vogliamo ricordare il costante impegno negli ultimi anni di Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, nella tutela e nella divulgazione del patrimonio artistico e culturale romano e non solo, che ha pure il merito di stimolare il turismo oltre all’immagine dell’Italia nel mondo.
Le Fondazioni, più volte, hanno sopperito alle croniche carenze del sistema socio-assistenziale previsto dalle istituzioni pubbliche, realizzando interventi mirati sulle nuove forme di povertà presenti in vaste aree del nostro Paese; ed hanno un importante ruolo nel settore produttivo nazionale essendo presenti in Cassa Depositi e Prestiti.
Quello che, però, vogliamo chiedere al sistema delle Fondazioni di origine bancaria, è una maggiore attenzione ai problemi del Mezzogiorno che può passare, ad esempio, attraverso l’effettivo recupero dei beni confiscati alle mafie ed alla messa in produzione dei tanti terreni incolti e abbandonati presenti nelle zone più svantaggiate. In tal modo realizzeremo davvero uno sviluppo sostenibile e la crescita, anche culturale, di intere comunità che, spesso, sono abbandonate da una distratta politica locale attenta più ai voti e meno ai bisogni della gente.