di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

 

L’Istat, periodicamente, ci ricorda qual è lo stato complessivo delle nostre famiglie. Sempre più chiuse in loro stesse, con il reddito costantemente in difficoltà, soprattutto con pochi figli. Dalla crisi del 2008, sono nati 120mila bambini in meno in Italia. Dal 2014, viaggiamo a meno 15mila all’anno, mentre il resto della popolazione sta invecchiando. Del resto, ci accorgiamo di questi aspetti dall’impatto che hanno avuto le due misure bandiera dell’ultima legge di bilancio: quota 100 e reddito di cittadinanza. La possibilità di uscire in maniera anticipata dal lavoro ha già convinto 100mila nostri connazionali: In poco più di un mese e nonostante un tentativo neanche troppo velato di scoraggiare i lavoratori e le lavoratrici con previsioni di tagli consistenti, il provvedimento ha fatto segnare il quasi tutto esaurito, a conferma di quanto fosse necessario. Intanto, fra domande già presentate ed appuntamenti in agenda presso i centri di assistenza fiscale dei sindacati, circa 500mila famiglie hanno mostrato un forte interesse sul reddito di cittadinanza. A convincere, probabilmente, non è tanto o soltanto il sostegno al reddito, quanto la possibilità di rimettersi in gioco attraverso percorsi mirati di inserimento lavorativo e riqualificazione professionale. Ma la legge di bilancio è anche altro, sempre sul versante delle famiglie. Il bonus bebè, ad esempio, viene incrementato, mentre appare particolarmente interessante la misura che prevede la possibilità per i nuclei nei quali entra il terzo figlio di chiedere un terreno pubblico in comodato per viverci e per lavorarci, anche grazie ad un mutuo a tasso zero fino a 200mila euro. Insomma, la partita è aperta e il Paese può tornare a crescere.