Molti ricorderanno la “furia” costituzionale che portò l’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a proporre un referendum per modificare la nostra Costituzione – «la più bella del mondo», come la definì Roberto Benigni – con l’abolizione del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, luogo di incontro e di confronto tra tutte le associazioni rappresentative del mondo produttivo e sindacale, nonché organo di consulenza delle Camere e del Governo con iniziativa legislativa, potendo contribuire, nei limiti stabiliti dalla legge, alla elaborazione della legislazione economica e sociale. L’anniversario dei sui 60 anni, che cade il 12 marzo, ha dunque un sapore del tutto speciale. Le celebrazioni si terranno per l’intera giornata a Villa Lubin, nella sede del Cnel, e prevedono, tra i vari eventi, un convegno su “L’attualità del ruolo del CNEL, la funzione dei corpi intermedi e la rappresentanza in Italia”, introdotto e moderato dal presidente Tiziano Treu, e un’assemblea straordinaria alla presenza del Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che porterà la sua riflessione sul ruolo costituzionale e l’attualità del Cnel. Prevista anche la presenza di un membro del Governo. A seguire la Lectio magistralis del costituzionalista Prof. Massimo Luciani. L’importanza del Cnel per il mondo del lavoro è assolutamente centrale. Basti pensare che in 60 anni di attività, «il Cnel ha prodotto oltre 1000 documenti, tra cui 367 Osservazioni e proposte su temi di volta in volta in discussione al Parlamento, 247 pareri sulle principali proposte di legge, 370 Rapporti, Studi e ricerche sui temi sociali, dell’economia e del lavoro e 22 Disegni di legge. Ha elaborato i BES, gli indicatori sul Benessere Equo e Sostenibile, che dal 2017 sono inseriti nella legge di Bilancio. Produce da venti anni il più importante Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva e si occupa della tenuta dell’Archivio Nazionale dei Contratti».