All’inizio è letteralmente il Festival della canzone italiana, in quanto a cantare sono soltanto in tre, chiamati ad interpretare venti canzoni inedite. Un po’ per caso con lo spirito timico del periodo, il 29 gennaio 1951, Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano, presentati da Nunzio Filogamo, si ritrovano nel Salone delle feste del Casinò di Sanremo, senza immaginare che stanno tagliando i nastri di un evento che, con gli anni, ha finito per rappresentare, nel bene e nel male, nelle critiche e nelle esaltazioni, il Paese. La prima a vincere è Nilla Pizzi, con Grazie dei fiori. Le cronache di quei giorni non sembrano evidenziare un particolare successo della manifestazione, anche se poi il successo è nei fatti, se è vero come è vero, che già l’anno dopo il seguito è maggiore, con Nilla Pizzi che piazza tre canzoni ai primi tre posti, il primo dei quali occupato da Vola colomba, che precede Papaveri e papere, nella quale qualcuno ha letto una denuncia della condizione femminile e, soprattutto, una allusione politica con la falce che taglia gli alti papaveri, vale a dire i governanti democristiani del periodo. Forse una allusione troppo forte per quella che, col tempo, è diventata una filastrocca per bambini. Con la televisione, nel 1955, il Festival di Sanremo diventa fenomeno di costume, anche fuori dai confini nazionali: l’eurovisione arriva infatti l’anno dopo. È del 1958 Nel blu dipinto di blu, successo planetario che arride a Domenico Modugno, che canta in coppia con Johnny Dorelli.