L’Italia è in recessione tecnica. Questa mattina infatti l’Istituto nazionale di statistica ha certificato un nuovo calo congiunturale del Pil nel IV trimestre del 2018, dopo quello già osservato al termine dei tre mesi precedenti.  In particolare l’Istat per il periodo ottobre-dicembre indica un -0,2% rispetto al trimestre precedente e un +0,1% annuo. La performance congiunturale, spiega l’Istituto, «è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e in quello dell’industria e di una sostanziale stabilità dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta». Dopo la diffusione, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ribadito quanto già detto mercoledì sera anticipando i dati, spiegando di non essere preoccupato perché all’esecutivo «interessa concentrarsi sul rilancio dell’economia, che avverrà sicuramente nel 2019 perché saranno attuate le misure approvate con la manovra. Ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019». «Abbiamo dati congiunturali che non sono favorevoli – aveva invece spiegato ieri sera ad Assolombarda – Non dobbiamo girare la testa, il dato positivo è che non dipende da noi: la Cina, la Germania, che è il nostro primo Paese per l’export». Altre fonti del governo hanno invece puntato il dito contro l’esecutivo precedente: «La nostra manovra è entrata in vigore meno di un mese fa. Reddito di cittadinanza e quota 100 produrranno i loro effetti da aprile. E’ evidente a chiunque che la recessione tecnica del terzo e quarto trimestre 2018 è il risultato di fallimenti del passato. Noi siamo qui per invertire la rotta, e lo stiamo facendo».