Sugli obiettivi sono tutti d’accordo: la tutela della sicurezza dei bambini, degli anziani e delle persone con disabilità e non autosufficienti è da garantire senza sé e senza ma. Nel concreto, però, le posizioni dei sindacati differiscono, laddove Ugl e Cisl annoverano l’utilizzo della videosorveglianza fra gli strumenti utilizzabili, mentre Cgil ed Uil temono che tutto ciò possa rappresentare una invasione difficile da sopportare per i lavoratori della scuola e della sanità. A ben vedere, comunque, la videosorveglianza è soltanto uno degli strumenti che le istituzioni pubbliche e i soggetti privati possono mettere in campo, per effetto dei disegni di legge attualmente in discussione al Senato. Accanto alla videosorveglianza, infatti, si parla di formazione, di gestione della eventuale inidoneità sopravvenuta, di qualificazione, di lavoro di equipe per prevenire atteggiamenti sconvenienti e, soprattutto, deleteri e pericolosi per gli utenti, bambini o anziani. Ed allora, da parte della Ugl e della stessa Cisl, ma su questo aspetto anche da parte di Cgil ed Uil, si è molto insistito sull’importanza di gestire determinati processi, avendo ben presente la difficoltà del ruolo educativo e socio-assistenziale e richiamando i datori di lavoro pubblici e privati alle loro responsabilità, anche in ottemperanza alla normativa sulla salute e sicurezza sul lavoro che tutela dal cosiddetto stress lavoro-correlato.