Non sta finendo nel migliore dei modi la settimana per il titolo in borsa di Tim. Entrata i ritardo per le difficoltà nel fare prezzo, il titolo ha infatti ceduto l’8,8% scendendo sotto la soglia dei 0,50 euro, attestandosi a 0,48 euro. Una diretta conseguenza dei risultati preliminari sul 2018 diffusi ieri in serata. Premettendo che si tratta di informazioni suscettibili a variazione (tutte le attività di consuntivazione del Bilancio 2018 sono tuttora in corso, spiegano dall’azienda) i dati acquisiti ieri dal Consiglio di Amministrazione guidato da Fulvio Conti stimano un EBITDA organico della Business Unit Domestic in diminuzione (“mid single digit”) rispetto allo scorso anno, nonostante la maggiore resilienza di TIM rispetto al mercato. Per effetto del miglioramento della Business Unit Brasile, l’EBITDA consolidato complessivo organico è atteso nell’intorno di 8.1 miliardi di euro; è confermato l’andamento dei ricavi organici di Gruppo (per i quali Bloomberg prevede un calo del 3,2%). L’indebitamento finanziario netto consolidato rettificato è atteso nell’intorno di 25.2 miliardi di euro dopo il pagamento di licenze per 513 milioni di euro. Poco rosee le previsioni per l’anno appena iniziato: «le prime stime per la Business Unit Domestic ipotizzano un andamento della performance operativa che sconta le dinamiche competitive che hanno impattato l’esercizio 2018 (già ampiamente commentate in sede di rendiconto trimestrale al 30 settembre 2018) e si prevede influiscano anche sul 2019, in particolare sul primo semestre». Intanto, secondo l’Osservatorio sulle comunicazione di AGCOM diffuso ieri, il colosso si conferma ancora primo operatore in Italia sia nel fisso (con una quota del 51,2%) che nel mobile (con il 31% delle Sim complessive in circolazione).