Dopo quelli forniti dagli istituti di statistica di Germania e Francia, oggi dati scoraggianti sulla Produzione industriale sono arrivati da Spagna, Regno Unito e Italia, evidenziando un rallentamento generalizzato a tutta Europa. Del resto lo spiega anche l’Istat nell’ultima nota mensile, in cui si legge che «continuano i segnali di debolezza per l’economia dell’area euro. A ottobre la produzione industriale ha segnato un modesto aumento congiunturale (+0,2%, -0,6% a settembre). Inoltre, a novembre, particolarmente negativi sono stati i dati di produzione tedesca e francese che hanno registrato rispettivamente una contrazione congiunturale dell’1,9% e dell’1,3%». Nel nostro Paese le ultime rilevazioni mostrano un calo mensile della produzione dell’1,6% a novembre, legato a tutti i raggruppamenti principali di industrie (i beni intermedi -2,4%, i beni strumentali -1,7% e beni di consumo -0,9%), esclusa l’energia (+1%). Per quanto riguarda invece il confronto tendenziale – corretto per gli effetti di calendario – a novembre l’indice è diminuito del 2,6% , in questo caso l’Istituto ha rilevato un miglioramento solo per la produzione di beni di consumo (+0,7%), mentre per beni intermedi (-5,3%), energia (-4,2%) e beni strumentali (-2%) la produzione si è contratta. Osservando i settori di attività economica le flessioni più marcate si rilevano nell’industria del legno, della carta e stampa (-10,4%), nell’attività estrattiva (-9,7%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-6,7%). Bene, invece,  le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,7%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+1,3%) e le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+1,1%).