Garantire la sicurezza ai propri cittadini è uno dei doveri di uno Stato. In questo senso, nel nostro Paese, c’è ancora molta strada da fare. Purtroppo. Tanti sono gli italiani che si sentono insicuri mentre passeggiano per strada o più semplicemente sono a casa. A certificarlo sono i dati dell’ISTAT sulla percezione della sicurezza da parte degli italiani. A questi si aggiungono quelli contenuti nell’ultima indagine condotta da Confcommercio-GfK Italia sui fenomeni criminali che ha coinvolto oltre 4.600 imprese ed è stata realizzata dal 24 settembre alla fine di ottobre. Cosa emerge? Nel 2018 è cresciuta leggermente la percezione di sicurezza da parte degli imprenditori, anche se il 26% avverte meno sicurezza per la propria attività rispetto allo scorso anno, in particolare al Sud, al Centro, nei grandi centri urbani e tra i venditori su aree pubbliche. In tanti – quasi uno su quattro –, inoltre, hanno avuto esperienza diretta o indiretta con la criminalità organizzata, un dato in linea con quello del 2017. C’è chi ha subìto personalmente minacce o intimidazioni con finalità estorsive (9%) e chi conosce altre imprese che sono state bersaglio di minacce o intimidazioni. A peggiorare sono in particolare l’abusivismo (per il 45% degli imprenditori) e i furti (38%), seguiti da contraffazione (33%) rapine (27%), mentre l’aumento dei crimini tipicamente collegabili alla criminalità organizzata come usura (in aumento per il 17%) ed estorsioni (15%) è più contenuto. Tuttavia sono pochi gli imprenditori che dispongono di un’arma (10%) mentre diminuisce la quota di chi è propenso a dotarsene in futuro (8% rispetto all’11% del 2017).