di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

L’ennesima beffa: nel giorno di halloween apprendiamo che il terrorista Cesare Battisti si è reso latitante.

Proprio mentre si rinverdiva la speranza di vederlo finalmente affidato alla giustizia italiana, Cesare Battisti è scomparso. Allarmato, evidentemente, dalla vittoria di Jair Bolsonaro, che, appena eletto presidente del Brasile, si apprestava a riconsegnare il terrorista all’ergastolo, che da anni lo attende in Italia. Non sono ancora ben chiari i contorni della sua scomparsa, dato che al momento Battisti non subisce più alcuna misura cautelare e nel Paese che lo ospita è completamente libero di circolare. La decisione di rendersi irreperibile sembra che sia stata presa proprio al momento dello spoglio elettorale delle appena avvenute elezioni presidenziali, una volta resasi chiara la vittoria del leader di destra, che non ha mai fatto mistero di voler giungere ad una conclusione di questa annosa vicenda con l’estradizione di Battisti in Italia. La speranza era che questo personaggio, coccolato dalla sinistra in tutto il mondo e riciclatosi in veste di scrittore di romanzi noir, potesse infine rendere conto di quanto commesso quando era membro del gruppo dei Proletari Armati per il Comunismo. Condannato in via definitiva all’ergastolo, è stato infatti riconosciuto colpevole di quattro omicidi, due commessi materialmente e due in concorso con altri, dei quali continua a proclamarsi innocente e, di conseguenza, non pentito. Sappiamo bene che l’arresto di Battisti non cambierebbe di una virgola, specie dopo tanti anni, le tragedie ormai avvenute e che occorrerebbe una più ampia riflessione su tutto quanto accadde nei, fortunatamente lontani, anni di piombo che funestarono l’Italia. Non si tratta certo di una biliosa voglia di vendetta. Ma, al contrario di una legittima richiesta di equità, utile non solo ad onorare la memoria delle vittime ed a risarcire ameno parzialmente i loro familiari, ma anche e soprattutto a concedere al nostro Paese di fare i conti, una volta per tutte, con almeno uno dei tanti episodi terribili del proprio passato, con almeno una delle innumerevoli storie di giustizia negata che hanno minato alla radice la fiducia fra il nostro popolo e le istituzioni. Ci auguriamo, quindi, che questa situazione venga risolta al più presto e una volta per tutte, se non da Battisti stesso, da cui non ci attendiamo il coraggio di difendere a testa alta ed in Italia le proprie posizioni, almeno dalla nuova classe politica brasiliana quando, a breve, si insedierà finalmente il nuovo presidente Bolsonaro.