Nel corso del primo trimestre del 2018 i consumi sono aumentati più dei redditi, comportando una flessione sia del potere d’acquistoche della propensione al risparmio delle famiglie. È questo il quadro che si delinea osservando le ultime rilevazioni dell’Istat diffuse oggi. Osservando più da vicino i dati, infatti, si può notare come il reddito disponibile lordo sia aumentato di appena 0,2% (rallentando rispetto alla fine del 2017), non riuscendo quindi a tenere il passo dei consumi, per i quali il deflattore implicito registra un +0,4%. Di conseguenza il potere d’acquisto è diminuito, rispetto al trimestre precedente, dello 0,2%.  Più ampia la flessione che ha interessato la propensione al risparmio: «calcolata come rapporto percentuale tra il risparmio lordo e il reddito disponibile lordo corretto per tener conto della variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve tecniche dei fondi pensione, nel primo trimestre 2018 è stata del 7,6%, in calo di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente», si legge nella nota. Anche in questo caso, la flessione è legata in larga parte alla discrepanza tra il +0,8% che ha interessato la spesa per consumi finali e lo scarso incremento del reddito lordo disponibile: +0,2%.