Il calo del 2017 è solo in parte l’effetto di atteggiamenti virtuosi delle aziende

Inizio d’anno decisamente pesante sul versante delle morti sul lavoro. Nei primi cinque mesi del 2018, sono giunte all’Inail ben 389 denunce di infortunio mortale; rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si tratta di un incremento del 3,7%. Il dato è contenuto nel rapporto annuale sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, appena presentato dall’Inail. Ad una lettura affrettata, il consuntivo 2017 potrebbe apparire fuorviante. L’Inail, infatti, dice due cose: la prima è che gli infortuni mortali sono al minimo storico con 617, il 58% dei quali fuori dall’azienda; la seconda, però, è che le denunce di infortunio mortale inoltrate all’Inail nel corso dell’anno appena passato sono state 1.112. Conseguentemente, la pur positiva riduzione degli infortuni mortali accertati è soltanto in parte dovuta ad un miglioramento delle condizioni di lavoro, in quanto quasi 500 denunce sono archiviate come non infortuni mortali sul lavoro, anche se poi, purtroppo, le persone sono decedute ugualmente. Dietro la riduzione degli infortuni vi è, pertanto, un fattore amministrativo da non sottovalutare. Discorso simile anche per gli infortuni non mortali: le denunce presentate sono state 614mila, quelle accolte 417mila (circa il 68%). Calano su base annua le denunce di malattia professionale che sono state 58mila, il 25% rispetto al 2012. 726mila, infine, le rendite per inabilità permanente e ai superstiti.