Non solo l’Italia, anche la Spagna potrebbe essere a rischio elezioni anticipate. Anche se, in quest’ultimo caso, la situazione è legata ad alcuni scandali politici che hanno travolto il Partito popolare del premier conservatore Mariano Rajoy, cui sono seguite condanne per corruzione. La partita si giocherà venerdì, quando si terrà il voto sulla mozione di sfiducia presentata dai socialisti del Psoe ai danni di Rayoy. Il dibattito inizierà giovedì con la presentazione del programma del candidato premier alternativo, il leader socialista Pedro Sanchez, il quale può già contare sul sostegno – senza condizioni – del segretario di Podemos, Pablo Iglesias. Questo perché chi presenta la «mozione di censura» è poi candidato automaticamente a succedergli, trovata una maggioranza in Parlamento. I precedenti, pochi per la verità, non dovrebbero spaventare più di tanto Rajoy. Tuttavia il premier ha annullato tutti gli impegni in agenda, allo scopo di preparasi al meglio in vista della mozione di sfiducia. Non a caso, giorni fa, il suo principale alleato, Josè Manuel Villega, segretario generale di Ciudadanos (partito nel frattempo cresciuto nei sondaggi e non incline a sostenere la mozione di sfiducia presentata dai socialisti), ritenendo la legislatura «finita» a seguito delle più recenti vicende, aveva fatto richiesta di elezioni anticipate. Rajoy, però, ha subito rispedito al mittente la proposta in quanto «nessun membro del governo è indagato». «Quando le inchieste – aveva ancora osservato – colpirono i socialisti, Sanchez non lasciò».