Tendenze in Italia

Calo infinitesimale per gli infortuni sul lavoro. In valori assoluti si tratta di neanche 1.400 casi su oltre 635mila, pari allo 0,2% in meno. Il consuntivo 2017 non deve quindi lasciar sperare che si è davanti ad una decisa sterzata, in quanto la riduzione degli infortuni oltre ad essere decisamente ridotta è peraltro concentrata nella prima parte dell’anno, visto che da giugno in poi gli stessi hanno ripreso a crescere. Gli infortuni censiti dall’Inail in occasione di lavoro strettamente intesa sono poco meno di 540mila (praticamente l’85% del totale), di cui 18.172 con mezzo di trasporto. Il dato complessivo è di poco inferiore rispetto al 2016 e al 2015, mentre gli infortuni con mezzo di trasporto segnano un calo fra il 10% e il 15%. Gli infortuni in itinere, sui quali può comunque pesare l’organizzazione del lavoro, sono poco meno di 96mila; significativamente, quelli con mezzo di trasporto sono meno dei due terzi. Nel complesso dei settori produttivi, gli infortuni sono sostanzialmente stabili nell’industria e nei servizi, in calo in agricoltura e in crescita nel conto Stato. Guardando alla ripartizione geografica, le denunce di infortunio si segnalano in crescita nelle due ripartizioni del Nord, mentre sono in calo nel Centro, nel Sud e nelle due Isole maggiori.

Andamento in Europa

Statistiche da prendere con il beneficio dell’inventario, soprattutto quando si tratta di alcuni Paesi neo comunitari. I numeri presentati da Eurostat, infatti, non convincono fino in fondo, tanto da far pensare a delle sottostime, in alcuni casi, si pensi, ad esempio a Cipro, Lettonia o Bulgaria, anche di forte intensità. Comunque sia, pure al netto di queste osservazioni, rimane il dato dei circa 3,2 milioni di infortuni in Europa ogni anno. In testa in questa non invidiabile classifica, si posizionano la Germania con 847mila infortuni e la Francia con 724mila. La Germania, però, ha una incidenza minore (0,81 infortuni ogni 100mila occupati) rispetto ad altri Paesi ad iniziare da Italia (1,24 per 100mila) e Francia (2,94 ogni 100mila). La Romania ha un basso numero di infortuni sul lavoro, ma una alta incidenza dei decessi per lavoro: 2,36 ogni 100mila occupati, fortunatamente in calo (nel 2008, l’incidenza era del 7,1 per 100mila). Al netto dei numeri, la tendenza di questi anni è di un diffuso miglioramento, pure se non mancano casi discordanti, fra i quali l’Irlanda e il Portogallo. Da valutare quanto effettivamente tale cale sia virtuoso oppure no; quest’ultimo è sicuramente il caso della Grecia, dove il crollo degli infortuni sul lavoro è dovuto alla esponenziale riduzione di occupati.