Dieci anni non sono tanti, ma un intervento è necessario per ridare vigore alla lotta contro l’insicurezza del lavoro. Sono passati due lustri dalla data di entrata di promulgazione del Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ed indubbiamente c’è ancora molto da fare. Come si ricorderà, si è arrivati al decreto legislativo 81 del 2008 dopo un lungo percorso, nel quale l’igiene e la sicurezza nei luoghi di lavoro ha via via assunto una centralità maggiore. Se il decreto legislativo 626 del 1994 ha segnato uno spartiacque fondamentale – è con questo provvedimento che la salute e la sicurezza si incontrano per la prima volta in un solo testo -, il Testo unico avrebbe dovuto rappresentare il definitivo salto di qualità. Ed invece, complice la crisi economica, si è osservata negli anni una minore attenzione sulle diverse problematiche che vanno dagli infortuni alle malattie professionali. Stando così le cose, appare quanto mai opportuno fare il tagliando alla normativa vigente, individuando ciò che ha funzionato e, soprattutto, interrogandosi su ciò che, viceversa, non ha girato come doveva. Sono almeno due gli aspetti su quali intervenire da subito, con l’obiettivo di far partecipare i lavoratori e le loro rappresentanze: in primo luogo, dare piena attuazione alla previsione dell’election day per l’individuazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; in secondo luogo, far funzionare la Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro.