di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Mentre l’Italia è in attesa di conoscere il proprio futuro politico, in un passaggio delicato che cade a ridosso delle festività pasquali, sul nostro Paese e sull’Europa si stanno addensando delle ombre inquietanti. Ci giungono notizie di un fallito attentato in Francia contro un gruppo di gendarmi e solo pochi giorni fa al di là delle Alpi si sono verificati atti sanguinosi di matrice islamista: l’omicidio dell’anziana donna ebrea, Mireille Knoll, perpetrato, stando alle indagini, dai suoi vicini di casa per motivi politici ed antisemitismo e l’attentato di Trèbes del 23 marzo scorso, nel quale hanno perso la vita 4 persone, oltre al terrorista, tra le quali il tenente colonnello Arnaud Beltrame, morto eroicamente nel compimento del proprio dovere prendendo volontariamente il posto di una donna ostaggio dell’attentatore autodefinitosi «soldato dell’Isis». In questi stessi giorni veniamo a sapere che in varie parti d’Italia, dal Piemonte al Lazio alla Puglia, sono state scoperte reti di addestramento jihadista e di appoggio al terrorismo internazionale mascherate sotto la copertura di attività culturali e religiose. Roma, simbolo per eccellenza della Cristianità e quindi spesso al centro dei proclami dei terroristi, è sotto sorveglianza speciale in occasione delle celebrazioni di Pasqua, come la Via Crucis. Questo contesto così difficile dovrebbe spingere tutti noi e soprattutto i responsabili politici e le forze dell’ordine a tenere ancor più alta la guardia al fine di fronteggiare ogni possibile minaccia e garantire la sicurezza della popolazione. Il ministro dell’Interno Marco Minniti, che nella fase conclusiva della legislatura a guida PD, a fronte del crescere dell’emergenza, ha irrigidito le posizioni del proprio partito, prima piuttosto morbide, sul fronte immigrazione e sicurezza, ha parlato in un’intervista alla Stampa del caso dell’imam di Foggia che «non ha eguali in Occidente» e di una «minaccia jihad mai così forte in Italia». Dichiarazioni gravi e potenzialmente allarmanti seguite dalla richiesta del Ministro uscente al nuovo governo di «non azzerare quanto fatto». Si tratta, vogliamo sperare, solo di un invito retorico, non solo per la necessaria continuità dell’azione delle forze dell’ordine che indipendentemente dai mutamenti politici e di governo devono garantire comunque la necessaria prevenzione e repressione verso il terrorismo, ma anche considerando che proprio parte del PD, e la sinistra in generale, è stata particolarmente critica rispetto alle iniziative di Minniti. La destra al contrario da tempo chiede a gran voce di non sottovalutare il problema, di gestire e controllare meglio il fenomeno migratorio, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, e di impostare su basi di rigoroso rispetto di legalità e sicurezza la difficile – inutile negarlo – convivenza con l’Islam.