di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

La vicenda è nota: il Governo per evitare il referendum voluto dalla Cgil ha messo una toppa che appare peggio del buco stesso, con il risultato che chi era precario oggi lo è ancora. Inascoltata la proposta della Ugl sugli obblighi di comunicazione che avrebbe risolto il problema.
Quella dei voucher, occorre dirlo, è ed è stata una delle vicende più paradossali degli ultimi tempi nel complesso delle riforme sul diritto del lavoro avvenute in Italia. Nel merito, ma anche e soprattutto nel metodo. Dal punto di vista del metodo politico, l’eliminazione dei buoni lavoro al fine di scongiurare il referendum ha rappresentato una vera e propria beffa non tanto e non solo ai danni dei promotori e del sindacato in generale, quanto dei cittadini e degli elettori italiani che avrebbero anche potuto, perché no, voler mantenere i voucher in vigore. Passando al merito, l’Ugl ha sostenuto la posizione della Cgil ed a suo tempo ha appoggiato il referendum, considerando i vecchi voucher uno strumento lesivo dei diritti dei lavoratori in quanto non utili a combattere il sommerso ma, piuttosto, strumento di precarizzazione del lavoro, come confermato dai dati in merito al loro uso ed abuso. Abrogati i vecchi sono stati introdotti i nuovi voucher, con un campo d’applicazione ed una platea di riferimento apparentemente più limitata rispetto alla precedente. Diciamo solo apparentemente perché il limite numerico dei cinque dipendenti è facilmente bypassabile, poiché sono conteggiati esclusivamente i dipendenti a tempo indeterminato. Le altre modifiche apportate servono ad assicurare una maggiore e migliore tracciabilità, anche se resta in piedi la principale critica che è quella relativa alla natura stessa della tipologia contrattuale, nata per regolare il lavoro accessorio e non come strumento per assumere personale precario nella attività principale dell’impresa. Una nuova disciplina con luci ed ombre, che lascia comunque molto perplessi in merito alle effettive possibilità di essere utile all’emersione del lavoro nero.