Dalle stanze del Ministero alle aule di giustizia. La lunga saga che vede al centro dell’attenzione l’Ilva si arricchisce di un nuovo capitolo che fa ripiombare nell’incertezza il risultato finale. L’insofferenza delle istituzioni locali è nota da tempo. Incomprensioni, piccoli dispetti, assenza non sempre giustificate, mancate convocazioni: l’elenco delle doglianze è corposo e, nel tempo, ha contribuito ad acuire gli angoli, mentre sarebbe servito un lavoro certosino per ridurre i motivi di attrito. Così, mentre è in corso una complessa trattativa al Ministero dello sviluppo economico, arriva dalla regione Puglia la notizia che rischia di destabilizzare tutta la vicenda, con conseguenze ad oggi inimmaginabili. Il Governatore Michele Emiliano ha infatti annunciato la volontà di ricorrere al tribunale amministrativo, stessa decisione maturata anche dal primo cittadino di Taranto, Rinaldo Melucci. Quest’ultimo, in particolare, ha rincarato la dose, denunciando pubblicamente quello che definisce «il furto del futuro dei nostri bambini», per vedere «se in questo Paese esistono ancora dei valori non negoziabili». Dura la reazione dei due Ministri interessati, Sviluppo economico ed Ambiente. Se Calenda ha ricordato come «ci sono in ballo 5,3 miliardi di euro», aggiungendo subito dopo che «i bambini di Taranto ci chiedono di coprire i parchi, di fare gli investimenti», Galletti si è detto stupito, in quanto «il Piano è il top». Forte preoccupazione è stata espressa dalle federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil ed Ugl: anche se con toni diversi, da tutti è arrivata la richiesta di non bloccare la trattativa.