di Claudia Tarantino

Si chiude oggi la visita del Presidente Mattarella ad Helsinki dove, nella tre giorni finlandese, il capo di Stato italiano è stato ricevuto dal presidente Sauli Niinistö, ha incontrato il sindaco della capitale, Jan Vapaavuori, ha partecipato ad incontri bilaterali sulle relazioni politiche ed economiche tra Italia e Finlandia e sulla lotta al terrorismo e infine, prima della partenza, ha incontrato il primo ministro Juha Sipila.

Tra i principali temi affrontati: le prospettive dell’integrazione europea, il governo dei flussi migratori e l’equilibrio tra rigore e crescita.

Proprio oggi, nel corso del colloquio con il primo ministro finlandese, Mattarella ha ribadito che “bisogna lavorare alla coesione sociale, al rafforzamento del sistema Euro e per favorire il mercato del lavoro per i più giovani”.

Ora, tralasciando per un attimo la necessità di una politica fiscale europea e di un ministro delle Finanze europeo – su cui i due Paesi sostanzialmente concordano – c’è da notare che, anche se pronunciato in terra scandinava, il discorso di Mattarella riguarda principalmente l’Italia.

E’ proprio a ‘casa nostra’, infatti, che il mercato del lavoro ha bisogno di una spinta, che l’occupazione dei giovani deve essere messa al centro dell’agenda di Governo e dove la coesione sociale ha bisogno di essere rinsaldata perché, come ricordato ieri dal segretario generale Ugl, Paolo Capone, “la pace sociale è solo apparente e prossima al limite di rottura”.

Non dimentichiamo che la crisi ha colpito anche la Finlandia la quale, però, ha provveduto per tempo ad una serie di riforme interne che l’hanno portata sulla strada della ripresa, con una crescita del tre per cento.

Lo stesso non si può dire del nostro Paese dove l’Esecutivo sbaglia politica sul lavoro, sulle pensioni, e spera che misure ‘una tantum’ e ‘bonus’ siano sufficienti per uscire dalla crisi.